Il governo si è espresso sul rdc (reddito di cittadinanza): questa forma di tutela economica rivolta alle fasce più deboli verrà confermata. Sussiste la possibilità che verranno apportati dei cambiamenti al rdc. Ad asserire ciò è stato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte al Teatro Apollo di Lecce domenica 22 settembre 2019. Il premier ha asserito che il rdc deve subire delle modifiche al fine di evitare che rimanga una mera misura assistenziale.
Trovare lavoro nei centri per l'impiego è difficile
Al momento ci sono circa 700 mila beneficiari che percepiscono il reddito di cittadinanza.
Le chiamate da parte dei centri per l'impiego per sottoporre al vaglio di tali beneficiari un'offerta di Lavoro congrua è una realtà che si verifica con difficoltà. Solo da questo mese sono iniziate ad arrivare le prime proposte di lavoro ai percettori del rdc; se ne deduce che essi lo percepiscono da marzo senza avere mai dovuto valutare offerte di lavoro o rispettare i vincoli formativi imposti dalla riforma stessa. Dall'Upb giungono ragguagli sui controlli che sono stati effettuati negli ultimi mesi: si stima che i nuclei famigliari che potranno beneficiare saranno meno di quelli preventivati secondo le stime iniziali.
Ci sono circa 150 mila nuclei famigliari in meno rispetto alle stime avanzate dall'Upb.
Tale dato si traduce con un risparmio per le casse dello Stato pari a un miliardo di euro per l'anno prossimo. Il premier Conte ha asserito che molto dovrà essere fatto per perfezionare la riforma per il reddito di cittadinanza per attuare quello che è uno degli scopi principali per cui la riforma è stata attuata: il reinserimento nel mondo del lavoro dei disoccupati, soprattutto quelli da lungo periodo.
È necessario quindi procedere con il processo di riqualificare professionalmente i richiedenti.
Il reinserimento lavorativo dei disoccupati
Secondo le stime meno di un terzo dei beneficiari del reddito di cittadinanza non ha un vincolo secondo il quale è obbligato a cercare un'occupazione. Al fine di spronare i beneficiari nella ricerca di un lavoro si sta ipotizzando di elargire pene più severe a chi non segue i percorsi atti a garantire l’inserimento del beneficiario nel mercato del lavoro.
Secondo gli stessi, infatti, la partecipazione dei beneficiari del rdc è obbligatoria: essi devono seguire corsi di formazione o di riqualificazione professionale. A realizzare questi corsi saranno gli enti di formazione accreditati che garantiranno un percorso formativo o di riqualificazione professionale. Chi non si attiene a questa procedura potrebbe vedersi sospesa l'erogazione del bonus. Solo alla terza volta in cui il singolo soggetto non si presenta viene definitivamente revocato i beneficio. Il governo giallo-rosso, infine, ha posto l'attenzione su un'annosa questione: nel Meridione le domande per ottenere il rdc che sono state respinte sono inferiori di quelle non accolte al Settentrione. Il timore è che nel Meridione i controlli degli uffici dell'Inps si stiano rivelando meno efficaci.