Quando si parla di Pensioni, la figura di Tommaso Nannicini non è fuori luogo. Attualmente senatore della Repubblica in Forza al PD, Tommaso Nannicini ha in passato ricoperto il ruolo di consigliere economico del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi per poi diventare sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un personaggio di spicco che era figura costante nei summit tra governo e sindacati durante il tentativo di riforma del sistema dell'ultima legislatura PD che portò al varo dell'Ape sociale e di quota 41 per i precoci. Dopo il varo della nota di aggiornamento del Def, appare ormai chiaro, anche se non ufficiale, che l'indirizzo del governo sia quello di proseguire con la sperimentazione di quota 100 fino alla sua scadenza di fine 2021.

Sarà per questo motivo che Nannicini è tornato a parlare di riforma delle pensioni, spingendo il governo a non restare fermo alla quota 100, perché evidentemente per il senatore occorre andare oltre la misura.

Le parole di Nannicini

"Non aver affrontato il problema pensioni nella nota di aggiornamento del documento di economia e finanza è una svista a cui si deve rimediare", questo ciò che ha ribadito Nannicini sui suoi canali ufficiali social. Continuare ancora per altri anni a proseguire con quota 100, secondo il parlamentare PD è un errore perché la misura crea evidenti discriminazioni. Secondo Nannicini infatti, quota 100, "avvantaggia, ma per solo 3 anni, alcune piccole categorie di soggetti, cioè uomini con redditi alti che vivono nel Settentrione e ne penalizza altre, come le donne, i giovani di oggi e gli attuali pensionati vittime del blocco della perequazione".

Parole dure quelle di Nannicini per il quale occorre una riforma totale del sistema, senza dover attendere che il problema generazionale venga congelato come tale, e riaffrontato solo a sperimentazione di quota 100 completata, cioè tra 3 anni. Ed ecco che l'ex sottosegretario, che adesso è membro della Commissione Lavoro in Senato, torna a parlare di riforma con un disegno di legge molto dettagliato che riporta tutto ciò che secondo lui andrebbe fatto, a partire da una rimodulazione dei requisiti di uscita per le pensioni.

Il disegno di legge di Nannicini

Sull'autorevole sito di informazione su diritto, giustizia, economia e fisco, "Diritto.news", viene pubblicato articolo per articolo il disegno di legge di Tommaso Nannicini, la sua particolare riforma pensionistica. La proposta che reca "Misure urgenti per la flessibilità e l’equità intergenerazionale del sistema previdenziale", parte dall'inserimento nel nostro ordinamento, della pensione di garanzia.

La proposta è di una vera riforma che superi la piega che secondo Nannicini sta prendendo la legislazione italiana, quella degli interventi tampone. Infatti la quota 100 secondo il senatore è un'altro intervento limitato, che tampona per pochi le falle del sistema, garantendo una uscita anticipata dal lavoro solo per un piccolo gruppo di lavoratori. La quota 100 a 62 anni di età e 38 di contributi versati non è per tutti e questo non può essere considerato un intervento riformatore. Oltre che limitata come platea, quota 100 presenta un altro elemento di discriminazione tra contribuenti. Secondo il parlamentare, non potendo essere rinnovata dopo il 2021, per evidenti problematiche di sostenibilità del sistema, la misura creerà iniquità tra chi avrà la fortuna di rientrare in questo strumento nei suoi 3 anni di vita e chi invece verrà escluso perché completerà i requisiti richiesti dal 1° gennaio 2022.

Ecco perché il suo primo articolo del disegno di legge prevede la revisione dei requisiti ordinari di accesso alla pensione di vecchiaia, quella che oggi si centra con 67 anni di età e con 20 di contributi. Una misura che però è collegata al meccanismo dell'aspettativa di vita che quasi sicuramente produrrà un incremento dell'età pensionabile nei prossimi anni. Per chi ha iniziato a lavorare nel sistema contributivo, cioè dopo il 1995, oltre che età e contributi c'è da superare anche il limite dell'importo della pensione che deve essere almeno pari ad 1,5 volte l'assegno sociale. Una revisione profonda quella di Nannicini che pensa alla pensione anticipata nel sistema contributivo con una possibilità di uscita a 64 anni con 20 di contributi, purché si scelga la pensione calcolata esclusivamente con il sistema contributivo.

Anche opzione donna, che altro non è che la pensione contributiva anticipata per le lavoratrici (a 57 anni con 35 di contributi), per Nannicini, dovrebbe piano piano allinearsi con la pensione a 64 anni con 20 di contributi prima citata, salendo di 12 mesi per ogni anno solare a partire dal 2022.

Pensione di garanzia ed Ape sociale

Nannicini poi richiama all'Ape sociale nel suo articolo 5 del disegno di legge. Per la pensione a 63 anni con 30 o 36 di contributi che è prevista dall'Anticipo Pensionistico agevolato, occorre allargare la platea anche ad artigiani e commercianti oggi esclusi. Per il problema generazionale poi, il disegno di legge prevede la pensione di garanzia. Si tratta della ormai nota pensione minima da garantire ai giovani di oggi, o meglio, a coloro che hanno il primo accredito di contributi dopo il 31 dicembre 1995, cioè in pieno sistema contributivo. Per evitare che le pensioni future erogate a questi soggetti siano vicine o al di sotto della soglia di povertà, occorre inserire la pensione di garanzia.