Dalla nota di aggiornamento al Def arrivano interessanti novità in merito all'impostazione della legge di bilancio 2020. In particolare, viene evidenziato un deficit al 2,2%, mentre il Premier Conte ha assicurato di aver reperito i 23 miliardi di euro necessari a neutralizzare l'aumento dell'Iva. Nella pratica, si tratta di appena un decimale in più rispetto a quanto era stato concordato in precedenza con l'Unione europea. Per riuscire a trovare la quadra si è ricorsi a diverse misure, tra i quali l'avvio di una nuova spending review e la stretta sull'evasione.
Sui risparmi accantonati si contano anche i circa 1,7 miliardi di euro che emergono dai mancati utilizzi della quota 100 rispetto alle stime iniziali. Complessivamente, si prospetta una manovra da circa 30 miliardi di euro.
Pensioni anticipate e Manovra 2020: confermata la quota 100
Nella giornata di ieri sono arrivate anche nuove conferme in merito alla prosecuzione delle pensioni anticipate tramite quota 100 nel corso del 2020. L'opzione consente l'uscita dal lavoro a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di versamenti, purché si accetti la non cumulabilità con ulteriori redditi da lavoro. Attualmente fanno eccezione i redditi occasionali fino a 5mila euro l'anno, sebbene sul punto potrebbe concretizzarsi una stretta al fine di limitare le risorse impiegate e porre un freno ulteriore alla spesa per la misura.
Attesa per gli altri interventi di riforma del settore previdenziale: dall'APE all'opzione donna, fino alla pensione di garanzia
Nel frattempo prosegue l'attesa per gli altri provvedimenti richiesti a gran voce dai lavoratori e sui quali l'esecutivo ha mostrato delle aperture nelle scorse settimane. È il caso dell'APE sociale, in scadenza al termine del 2019 ed in attesa di una proroga o di una stabilizzazione definitiva.
Il provvedimento consente l'uscita dal lavoro a partire dai 63 anni di età e con 30-36 anni di versamenti, purché si rientri nei profili di tutela previsti dal legislatore (disoccupati, caregivers, invalidi o persone che negli ultimi anni di lavoro hanno svolto attività gravose o usuranti). Ma tra chi chiede una proroga vi sono anche i lavoratori esodati ancora in attesa di salvaguardia e le lavoratrici in attesa dell'opzione donna, estendendone i requisiti di accesso attualmente fissati a 58 anni di età (59 se autonome) e 25 anni di versamenti, pur accettando il ricalcolo interamente contributivo.
Infine, per i giovani esclusi dal sistema misto si chiede da tempo l'istituzione di una pensione di garanzia in grado di fornire un sostegno al reddito in età avanzata, soprattutto per chi ha avuto una carriera precaria o discontinua.