C’è anche un mini aumento delle Pensioni nella manovra che il Governo sta approntando per il 2020. Si tratta di una ipotesi di modifica delle aliquote di rivalutazione degli assegni tra i 1.500 e 2.000 euro lordi mensili che, stando alle ipotesi circolate, dovrebbe passare dal 97% al 100% dell’aumento del costo della vita. Un segnale di apertura del Governo dopo il tavolo di confronto con i sindacati che non sembra, però, essere stato accolto con grande entusiasmo. Secondo i calcoli della Cgil, infatti, l’aumento ipotizzato dovrebbe corrispondere a circa 50 centesimi in più al mese per circa 2,5 milioni di pensionati.

Aumento delle pensioni in manovra, la protesta di Spi-Cgil

Come ogni anno, l’argomento pensioni è tra i più caldi nelle discussioni per la definizione della legge di Bilancio. Quest’anno, dopo la novità di Quota 100 inserita nell’ultima finanziaria, le discussioni sono iniziate con largo anticipo, anche in virtù dell’insediamento di un nuovo esecutivo, nel quale il Pd ha sostituito la Lega nel ruolo di alleato del Movimento 5 Stelle. Ma dalle ultime indiscrezioni, la montagna sembra aver partorito il classico topolino, visto che l’unica concessione che il Governo sembra essere disposta a fare di fronte alle richieste dei sindacati, sembra essere un aumento delle rivalutazioni per gli assegni Inps compresi tra 1.500 e 2.000 euro lordi mensili.

Si tratta dei trattamenti che, secondo le tabelle di perequazioni che consentono l’adeguamento dei trattamenti previdenziali al costo della vita, fino ad oggi si rivalutano in misura del 97% dell’aumento risultante dall’apposito indice Istat. Ebbene, l’ipotesi allo studio dell’esecutivo è quella di aumentare la percentuale al 100%, al pari degli assegno inferiori ai 1.500 euro.

Un’apertura che il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo sembra apprezzare commentando che “non sono grandi cifre, ma a noi interessa la discontinuità con il passato”. Decisamente di tutt’altro avviso lo Spi-Cgil che calcola tale aumento delle pensioni in circa 6 euro lordi al mese, vale a dire 50 centesimi che, netti, diventerebbero circa 40.

"Sono cifre irrisorie - dichiara il Segretario generale del Sindacato dei pensionati Cgil Ivan Pedretti - che non avranno praticamente alcun impatto sulle pensioni. Si tratta di mezzo caffè al mese. Una presa in giro".

Riforma pensioni, in manovra anche le modifiche a Quota 100

Questo della rivalutazione delle pensioni non è l’unico argomento di carattere previdenziale in discussione per quanto riguarda la definizione della manovra. Rimane sempre di attualità, infatti, Quota 100. Scongiurata la sospensione della misura richiesta dai renziani, con la conferma almeno fino alla già prevista scadenza del 2021, il Governo sembra comunque intenzionato ad effettuare qualche modifica che consenta di fare cassa.

Sembra probabile, infatti, che le finestre per l’uscita vengano portate da tre a sei mesi, ritardando di fatto la pensione a chi raggiunge la meta dei 62 anni di età con 38 di contributi e rendendo meno appetibile la pensione anticipata.