Pensioni, per il 2020 sono stati confermati in Gazzetta Ufficiale gli aumenti che saranno applicati sugli assegni già a partire dal primo gennaio. E' stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale che riporta il tasso di rivalutazione che interverrà sui futuri aumenti delle Pensioni ed anche per quelle di invalidità, del trattamento minimo e sull’assegno sociale. I nuovi trattamenti economici, saranno di pochi euro superiori a quelli attuali e varieranno in base all'inflazione stimata dall'Istat per il prossimo anno e la fascia di appartenenza rispetto ai trattamenti minimi.

Aumento delle Pensioni da gennaio 2020: ecco di cosa si tratta

La rivalutazione economica delle pensioni interesserà, come abbiamo visto, diversi servizi assistenziali e previdenziali. Si tratterà di minimi aumenti per i pensionati che saranno calcolati in relazione al tasso dello 0,4 per cento di rivalutazione stimato per il 2020. Un adeguamento economico che, come ogni anno, viene apportato sulle pensioni in relazione alla stima effettuata dall’ISTAT in funzione all’aumento dell’inflazione. La rivalutazione pensioni è anche nota come ‘meccanismo di perequazione’ che viene adottato dallo Stato italiano per tutelare, in minima parte, i pensionati che potrebbero avere un potere d’acquisto ridotto a causa del sistematico aumento del costo della vita.

Pensioni 2020: cosa cambierà in termini economici

Le percentuali di rivalutazione delle pensioni per il 2020 saranno, quindi, pari allo 0,4 per cento. A conti fatti per i pensionati si tratterà di aumenti estremamente irrisori. Stando alle casistiche, infatti, siamo molto lontani anche agli adeguamenti adottati nel 2019, che erano stati stimati intorno all’1,1 per cento.

Stando al tasso previsto per quest’anno, la rivalutazione per gli assegni mensili sarà diversificata in relazione al trattamento minimo Inps e, nello specifico, sarà pari allo 0,30 per cento per gli assegni di riferimento compresi nel range tra le quattro e le cinque volte l'assegno minimo, dello 0,20 per cento per gli assegni compresi tra le cinque e le sei volte il minimo, di circa lo 0,18 per cento per gli assegni di importo calcolato tra le sei e le otto volte il minino, dello 0,18 per cento per gli importi compresi tra le otto e le nove volte il minimo e, infine, dello 0,16 per cento per gli assegni che lo superano di nove volte.

Il decreto ministeriale, inoltre, fa chiarezza anche sugli aumenti che riguarderanno la pensione sociale e il trattamento minimo. Per quanto riguarda ad esempio la pensione sociale, che in base alle regole vigenti è riconosciuta ai cittadini con un età minima di 67 anni che versano in condizioni economiche svantaggiate, l’assegno sarà, dal prossimo anno, di 459,83 mensili, contro gli attuali 457,99. L’assegno della pensione minima, invece, dagli attuali 513,01 euro mensili passerà a 515,07 euro. Un piccolo aumento subiranno anche gli assegni destinati agli invalidi civili che passeranno da 285,66 a 286,80 euro mensili.