L'Inps ha da poco emanato un messaggio ufficiale con la quale spiega le varie vie di cui è in possesso per recuperare le somme corrisposte ai cittadini per le misure assistenziali diverse dalle Pensioni. Un atto che lo stesso Istituto ha deciso di pubblicare per venire incontro alle richieste di chiarimenti pervenute da numerose Strutture territoriali e molti addetti ai lavori. Il messaggio è il 734 del 25 febbraio 2020 e riguarda quanti hanno percepito il reddito di cittadinanza, la Naspi o altre prestazioni di questo tipo, senza averne diritto.

Prestazioni a sostegno del reddito e indebiti non pensionistici

Quando di parla di prestazioni a sostegno del reddito Inps, le due principali sono senza dubbio la Naspi e il reddito di cittadinanza. E se si parla di indebiti non pensionistici, ci si riferisce proprio ad erogazioni di queste misure a persone che non ne avevano diritto. In circostanze del genere, l'Inps può chiedere i soldi indietro ai cittadini che hanno beneficiato di prestazioni evidentemente non spettanti.

Cosa specifica l'Inps

La circolare Inps altro non è che la spiegazione dettagliata delle modalità con cui l'Inps può ed ha intenzione di richiedere indietro i soldi erroneamente dati. La prima via che ha l'Istituto previdenziale è quella della compensazione impropria.

Questo è il caso in cui l'Inps autonomamente trattiene le somme da recuperare direttamente da eventuali crediti che il soggetto interessato vanta a sua volta nei confronti dell'Inps. Tramite comunicazione ufficiale, in questo caso l'Inps comunicherà gli effetti del conguaglio tra ciò che l'interessato deve e ciò che avanza.

Nota di debito e possibilità di rateizzare

La soluzione più utilizzata dall'Inps per il recupero degli indebiti erogati resta però quella della nota di debito. In pratica si tratta della comunicazione con cui l'Istituto previdenziale avvisa il soggetto interessato che ha delle somme indebitamente corrisposte e che adesso andranno restituite.

Nella comunicazione l'Inps darà anche il termine ultimo entro cui saldare l'addebito, in genere 30 giorni. Il pagamento in questo caso è richiesto in unica soluzione. Nel caso in cui, decorsi i 30 giorni il soggetto interessato non provveda al pagamento, l'Inps avvierà le procedure di recupero forzoso, prima tra tutte quella della trattenuta di un quinto delle eventuali prestazioni che si percepiscono sempre dall'Istituto. Dietro domanda da parte dell'interessato e se il debito è superiore a 100 euro, è possibile anche chiedere il rientro dilazionato del debito. Le rate concesse non possono essere inferiori a 60 euro e possono arrivare a 72 mesi.