Il Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha annunciato ieri, in audizione sul Documento di Economia e Finanza (Def) la possibile introduzione di un indennizzo atto a supportare i lavoratori domestici che hanno dovuto sospendere o ridurre la propria attività a causa dell'emergenza Coronavirus ancora in atto nel paese. "Sarà previsto un indennizzo per colf e badanti - ha dichiarato Gualtieri - che sono stati impossibilitati a fornire le proprie prestazioni in questi mesi".
Ipotesi bonus o Cig in deroga per colf e badanti
La misura atta ad aiutare i lavoratori domestici potrebbe consistere in un indennizzo che andrebbe da 200 a 400 euro, in base alle ore previste da contratto, rivolto a colf e badanti che sono stati licenziati, sospesi dal servizio, in malattia o in quarantena.
L'alternativa è quella di attuare, per questa categoria, una sorta di Cassa Integrazione in deroga in forma 'semplice e leggera', poiché le famiglie al momento non sarebbero in grado di sostenere l'impatto burocratico previsto di norma per questi ammortizzatori sociali. Tale indennità oscillerebbe da 400 a 600 euro e sarebbe erogata sulla base dell'orario stabilito da contratto e le ore di servizio effettivamente prestate nel mese di aprile.
Gualtieri: 'La Naspi sarà prorogata per due mesi'
Sempre a proposito dei pacchetti di intervento in arrivo col decreto di aprile, Gualtieri ha affermato che l'indennità mensile di disoccupazione sarà estesa fino ad un bimestre "in favore di coloro che hanno il sussidio Naspi in scadenza".
Il Def, a parere del Ministro, prevede una ripresa dal prossimo anno, cosa che però "rappresenta una valutazione prudenziale, basata sull'ipotesi che la crisi non sarà completamente superata a inizio 2021". Secondo il numero uno del Mef a marzo e ad aprile si assisterà ad un forte calo del Pil, "nel prossimo mese ci sarà invece un parziale recupero che non riuscirà però ad assorbire le forti perdite".
Nel Def confluiscono anche i dati Istat
Interessanti inoltre le categorie di lavoratori coinvolte dalla crisi in atto analizzate però dal punto di vista dell'Istat: "I lavoratori che operano nei settori aperti (quelli ancora attivi) sono molto anziani rispetto alla media, elemento di qualche interesse per le politiche di riapertura - ha spiegato il direttore del dipartimento per la produzione statistica dell'Istat Roberto Monducci - La quota di occupati nei settori sospesi risulta più bassa all'aumentare dell'età del lavoratore: si passa dal 48,2% degli under24 (circa 522 mila lavoratori) al 24,5% tra gli over55 (1 milione 261 mila)".