Il decreto Cura Italia del 18 marzo ha introdotto un'indennità di 600 euro per le partite Iva, i collaboratori, gli stagionali, i lavoratori agricoli e quelli dello spettacolo. Tutti gli altri lavoratori, in alcuni casi, sono rimasti senza fonte di reddito, senza sussidi e senza lavoro. Ma ora è prevista un'indennità per aiutare tutti coloro che effettuano attività "in nero" (senza regolare assunzione): il Rem. Si tratta di un Reddito di Emergenza atto a supportare quest'ultima categoria che ha perso il lavoro a causa del Coronavirus. Il Rem non è rivolto ovviamente a quelli che percepiscono l'indennità di disoccupazione.
Il beneficio dovrebbe essere dilazionato in due mensilità, aprile e maggio, ed ammonterebbe a 1.600 euro. Coloro che invece percepiscono la Naspi e la Disd-Coll continueranno a percepire gli indennizzi.
Gualtieri: 'Dobbiamo aiutare tutti'
Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, trattando della decisione di estendere il bonus ai lavoratori in nero, ha dichiarato: "E' il momento di far fronte ad una questione straordinaria", perché occorre tenere conto del fatto che molti italiani non dispongono di un paracadute economico e si ritrovano, momentaneamente, senza entrate. Si sta parlando di devolvere il Reddito di Emergenza anche a coloro che avevano un'attività e l'hanno dovuta chiedere per l'emergenza da Covid-19.
Si tratterebbe di più di 100.000 autonomi ai quali il coronavirus potrebbe avere dato il 'colpo di grazia'. "Occorre dare una mano anche a loro", queste sono le attuali voci dal dicastero.
Le modalità di erogazione del bonus
Su questo aspetto c'è una sorta di indecisione. Si è pensato di erogare il Rem attraverso l'Inps che, con la collaborazione dell'Agenzia delle Entrate, potrebbe aver accesso a tutte le banche dati dei cittadini, in modo da evitare che coloro che percepiscono altre fonti di reddito riescano ad accedere anche a questa.
Come avverrebbe l'accredito?
La possibilità più probabile, al momento, sarebbe quella di accreditare i soldi direttamente sui conti correnti degli italiani in difficoltà, oppure quella di immetterli sulla carta del reddito di cittadinanza per far sì che vengano utilizzati per fare la spesa e dare così uno start-up all'economia nazionale.
Cambia la procedura d'attuazione del Reddito di Cittadinanza: prima gli aventi diritto dovevano firmare con le Agenzie di Collocamento di competenza, il Patto di Servizio. In questo modo, nel caso si fosse ripresentata qualche posizione lavorativa, i beneficiari venivano ricollocati nel mondo del lavoro, perdendo così il diritto al sussidio. Nel caso di mancata presentazione alle convocazioni dei navigator (tutor che aiutano i disoccupati a trovare un lavoro) essi venivano ammoniti e successivamente, nello stesso caso, sospesi e perdevano l'assegno del reddito di cittadinanza.
Adesso, invece, data l'impossibilità di recarsi presso i centri per l'impiego, tutta la procedura viene sospesa e si continuerà ad erogare il reddito senza pretendere in cambio ciò che è previsto dal patto di reinserimento. Cambia quindi la forma del reddito di cittadinanza, in tempi di coronavirus: tutto viene adattato alle attuali esigenze.