Arriva da Itinerari previdenziali la necessità di superamento della legge Monti-Fornero e della quota 100 nell'ambito della riforma delle Pensioni. Nella proposta di Alberto Brambilla, pubblicata da Il Foglio, si fa riferimento anche agli aumenti degli importi delle pensioni e all'indicizzazione all'indice di inflazione, meccanismo da rivedere nel duplice calcolo della pensione con il sistema contributivo e retributivo.

L'istituto di Brambilla pone l'attenzione sul sistema previdenziale nel periodo di crisi dovuta all'emergenza sanitaria e alla necessità di arrivare a nuovi parametri di uscita che non siano né quelli previsti dalla riforma Fornero, né quelli delle misure messe in atto dai governi negli ultimi otto anni per salvaguardare i lavoratori dalla rigidità dei parametri della stessa legge entrata in vigore nel 2012.

Riforma pensioni, ultime novità di oggi su quota 100, pensioni anticipate e opzione donna

Più nel dettaglio, i parametri previsti dalla riforma Fornero prevedono che le pensioni, anticipate e di vecchiaia, siano determinate dall'aumento dell'aspettativa di vita.

Quota 100, al pari di altre misure introdotte precedentemente come le leggi di Salvaguardia, l'opzione donna, l'anticipo pensionistico social a carico dello Stato, le pensioni a quota 41 dei lavoratori precoci e l'inclusione delle 15 categorie di lavori gravosi nel novero delle casistiche dell'Ape social e dei precoci stessi, hanno permesso, negli anni, a centinaia di migliaia di lavoratori di poter andare in pensione anticipatamente rispetto ai 67 anni previsti attualmente per la pensione di vecchiaia.

La scadenza di quota 100 al 31 dicembre 2021 impone, tuttavia, l'adozione di una riforma pensionistica che possa da un lato assicurare l'invocata flessibilità in uscita ai lavoratori e, dall'altro, non pesare sulle casse dello Stato.

Itinerari previdenziali propone una formula di pensionamento flessibile a partire dai 64 anni di età, con 37 o 38 anni di versamenti (fino a due anni di contributi figurativi, con sconti per le donne di otto mesi per ogni figlio avuto fino ad un massimo di 24 mesi, e per i precoci per ogni anno di lavoro fino ai 19 di età calcolato per 1,25), lasciando inoltre la pensione anticipata con 42 anni e dieci mesi di contributi, come avviene tuttora, senza gravarla dell'adeguamento all'aspettativa di vita.

Aumento pensioni, la proposta di riforma che distingue la parte contributiva da quella retributiva

Ma, oltre ai requisiti per andare in pensione, la proposta di riforma dell'istituto prevede anche un nuovo meccanismo di indicizzazione degli assegni di pensione e, dunque, di aumenti degli importi mensili.

Infatti, ai fini del calcolo degli aumenti, dovrebbe essere reintrodotta l'indicizzazione delle pensioni all'inflazione nella misura piena, del 100%, per la parte contributiva per tutti gli assegni di pensione, senza distinzione tra quelle più basse e quelle più alte.

Per la parte retributiva, invece, il meccanismo proposto procede con una revisione degli aumenti e degli scaglioni di reddito. Per le pensioni fino a tre volte la pensione minima, corrispondenti ad assegni fino a circa 1.592 euro lordi, la rivalutazione dovrebbe essere pari al 100% del tasso di inflazione calcolato annualmente dall'Istat, scendendo al 90% per importi da tre a cinque volte il minimo (le pensioni da tre a quattro volte il minimo sono state adeguate con la legge di Bilancio 2020 al 100%) fino al 75% per tutte le prestazioni previdenziali superiori alle cinque volte le pensioni minime.