L'11 giugno è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 147 il decreto del Ministero del Lavoro del primo giugno che contiene i nuovi coefficienti utili per il calcolo delle Pensioni di coloro che inizieranno a percepire l'assegno a partire dal primo gennaio del prossimo anno. I coefficienti, in calo, sono pari al 4,186% per chi andrà in pensione a 57 anni di età e aumentano in relazione al requisito anagrafico fino ad arrivare al 6,466% per chi vi andrà a 71 anni.

Come sono variati i coefficienti

Il testo del nuovo decreto recita: "A decorrere dal primo gennaio 2021, i divisori e i coefficienti di trasformazione sono rideterminati sulla base della tabella allegata al presente decreto, che ne costituisce parte integrante".

I coefficienti di trasformazione sono dei parametri che vengono rapportati al totale dei contributi versati nell'arco della vita lavorativa e che permettono il calcolo dell'assegno pensionistico. Essi cambiano in base all'età anagrafica: più tardi il lavoratore si ritira dal lavoro e più consistente sarà l'importo della pensione. I coefficienti vengono inoltre rivalutati ogni tre anni, in modo da essere rapportati, se necessario, alle aspettative di vita. Prima del decreto del Ministero del Lavoro del primo giugno 2020, i coefficienti variavano dal 4,20% per coloro che andavano in pensione a 57 anni al 6,513% per i lavoratori che vi andavano a 71 anni. Per effetto dell'entrata in vigore dello stesso decreto si è invece assistito a dei tagli rispettivamente dello 0,33% e dello 0,72% che non sono notevoli ma che comportano comunque un minimo taglio dell'assegno pensionistico.

I tagli sono iniziati 11 anni fa

In conclusione, i lavoratori che andranno in pensione nei prossimi due anni percepiranno un assegno più basso rispetto a coloro i quali vi arriveranno entro la fine dell'anno corrente. Prendendo come termine di paragone l'anno 2009 in cui sono iniziati i relativi tagli, si è assistito ad un calo medio del 12% sull'importo delle pensioni.

E con la crisi economica innescata dall'emergenza Coronavirus in atto, c'è stata anche una riduzione dei redditi che potrebbe comportare in futuro un ulteriore abbassamento dell'assegno pensionistico.

L'unica via per attutire il tutto sarebbe andare in pensione in età molto avanzata, usufruendo così in questo modo di un coefficiente di trasformazione più alto.

Dal prossimo anno il coefficiente in vigore per chi lascia la vita lavorativa a 65 anni, per esempio, sarà del 5,22%, mentre per chi lo fa a 66 anni sarà del 5,39%, per i 67enni sarà del 5,58%, per i 68enni del 5,77% fino ad arrivare ai lavoratori di 71 anni che avranno diritto al coefficiente più alto del 6,47%. Per coloro che andranno in pensione al di sotto dei 63 anni, l'assegno sarà calcolato invece sulla base di un coefficiente inferiore al 5%.