Nell'ambito della risposta alla crisi del coronavirus e delle misure economiche che si rendono necessarie con urgenza per sostenere le donne e garantire la parità di genere, nelle scorse ore Blasting News ha intervistato in esclusiva Orietta Armiliato, fondatrice del Comitato Opzione Donna Social.

Armiliato parla a Blasting News

Partiamo dalla recente approvazione parlamentare del Decreto Rilancio, che ha confermato importanti misure di welfare destinate a contrastare la crisi economica e lavorativa dovuta al Coronavirus. Purtroppo anche in questo frangente rileviamo pochi provvedimenti destinati al lavoro di cura e alle donne in situazioni di disagio.

Quale idea si è fatta al riguardo?

"Occorre essere realisti e rendersi conto che, pur essendo queste problematiche importanti, le priorità al momento sono altre: la pandemia ha fatto emergere prepotentemente tutte le criticità che si percepivano, ma che probabilmente non erano ancora conclamate e quindi oggi siamo tutti più consapevoli del fatto che si debba generare produttività".

D’altra parte dal governo sono arrivate nelle ultime settimane diverse dichiarazioni di apertura nei confronti delle donne: cosa manca davvero affinché si possa davvero passare dalle parole ai fatti?

"Lapidariamente e banalmente, ma drammaticamente e tristemente, ho una sola risposta: mancano proprio le donne".

Durante il difficile periodo di lockdown è emerso con preponderanza il tema dello smart working: in questo senso si parla spesso di opportunità, ma anche di rischi per le lavoratrici.

Come tentare di risolvere il rebus garantendo allo stesso tempo un miglioramento nella qualità di vita delle donne?

"Intanto regolamentandolo in maniera puntuale ed accompagnandolo, mettendo contemporaneamente in atto una massiccia campagna di alfabetizzazione sociale".

Passiamo al tema della flessibilità previdenziale. Da tempo il CODS da lei diretto chiede a gran voce l’avvio di una quota 100 rosa per le donne.

In virtù dei recenti fatti, quali sono le vostre richieste ai decisori pubblici e quali le vostre aspettative?

"Meglio non avere aspettative in questo delicato momento poiché potrebbero realisticamente essere disattese. Tuttavia, non si potrà trascurare totalmente la questione, in attesa di una auspicabile riforma pensionistica che, a mio avviso, incomincerà a essere delineata per concretizzarsi in un futuro, non immediato, ma certamente prossimo".

E per quanto concerne le iniziative portate avanti dal Comitato che amministra?

"Ciò detto, confermo che il Cods continuerà a fare pressione così come è accaduto fino dalla sua costituzione. Ed aggiungo, senza falsa modestia, con successo, giacché oramai se ne parla continuamente e ovunque, affinché la valorizzazione del lavoro di cura domestico ordinario sia inserita a pieno titolo nel nostro ordinamento previdenziale, mentre nell’immediato auspichiamo la proroga con chiusura tombale al 2023 della misura dell’opzione Donna e il riconoscimento Gratuito del Cumulo dei contributi versati nelle diverse casse previdenziali. Vogliamo che sia riconosciuto anche alle lavoratrici e ai lavoratori esodati che intendono scegliere questa forma pensionistica e magari si potrebbe immaginare un ulteriore passo avanti, così come è già avvenuto per la misura dell’APE, verso il riconoscimento del lavoro di cura".

Terminiamo con una riflessione di ampio respiro. Come amministratrice del Comitato Opzione Donna Social si è sforzata molto nel sottolineare l’importanza di una vera e profonda alfabetizzazione culturale verso la parità di genere. Perché, secondo lei, questo passaggio è così importante e in che modo può aiutare a costruire una società migliore per tutti?

"Sono convintissima che sia indispensabile. È più che mai necessario ripristinare i concetti di parità e cancellare l’assegnazioni di quei ruoli preordinati dove la donna si occupa di “lavare i pavimenti“ e l’uomo di “garantire il mantenimento” e che, ahi noi, si rilevano in moltissimi ambiti familiari e lavorativi. È indispensabile dare alle donne la possibilità di realizzarsi a tutto tondo, senza essere costrette a sacrifici di ogni sorta, cosa che oggi è spesso possibile solo per il genere maschile".