Si chiama Isofit la nuova macchina che ci aiuterà a rimetterci in forma nel periodo post lockdown. L'ha presentata Mario Civalleri, personal trainer, autore di numerose pubblicazioni e padre dell’Isometria in Italia. In un'intervista esclusiva a Blasting News, l'esperto ci spiega i benefici e ci racconta come ha aiutato i suoi clienti ad allenarsi durante il periodo di chiusura.

Partiamo con una riflessione sul periodo appena passato e più in generale sul modo in cui il coronavirus ha toccato il settore del fitness e dello sport. Puoi raccontare come hai vissuto nel tuo lavoro e nella tua vita quotidiana questo particolare momento?

"Per me è stato un momento ovviamente scioccante all’inizio, perché la privazione della libertà personale è qualcosa che scatena una serie di emozioni incredibili. Dal senso di impotenza, alla rabbia, fino alla frustrazione. Dopodiché, di necessità si deve fare virtù. Per quanto mi concerne, io non ho fatto altro che approfondire e applicare i vari concetti di allenamento che ho sempre studiato e proposto con tutte le persone che seguo, sia direttamente che a distanza".

Dal punto di vista operativo come si è concretizzato tutto questo?

"Ho pensato a cosa avevano a casa le persone e a quali possibilità avevano durante la giornata. Così, ho sempre fatto in maniera di cercare qualche soluzione personalizzata.

Penso ad esempio all’operatrice finanziaria alla quale facevo svolgere tre allenamenti brevissimi al giorno. Uno prima d'iniziare a lavorare, uno prima della pausa pranzo e uno una volta terminato il lavoro. Questa persona aveva in concomitanza anche impegni di famiglia, però un quarto d’ora alla volta si arrivava a fare 45 minuti di allenamento abbastanza intensi e con questo ha mantenuto la forma...

Anzi, l’ha anche migliorata sui recuperi".

Durante la fase di lockdown per moltissimi sportivi professionisti e non è emersa l’esigenza di mantenersi in allenamento in spazi ristretti, nonostante l’impossibilità di uscire dalla propria abitazione. In un tale frangente, quale contributo può dare l’isometria?

"In questo frangente l’isometria l’ha fatta da padrone, perché non avendo a disposizione carichi sufficienti piuttosto che non avendo a disposizione un beneamato nulla, con le persone che fanno anche lavoro agonistico ci siamo organizzati per creare degli sforzi produttivi in isometria, quindi senza dare alcun carico particolare ad articolazioni, tendini o legamenti.

Si trattava nella maggior parte dei casi di lavoro statico, però se analizziamo il fatto che anche nella ginnastica artistica gran parte del lavoro statico è estremamente produttivo, applicando tutto ciò nel quotidiano i risultati ottenuti sono stati molto interessanti. Tutto ciò nonostante il lavoro in spazi ristrettissimi. Abbiamo sempre studiato la soluzione personalizzata, però in questi casi l’isometria ha dimostrato una valenza eccezionale".

Civalleri parla della nuova fase

Veniamo quindi alla nuova fase post lockdown e alla possibilità di riprendere gli allenamenti. L’occasione di ripartenza può essere anche un modo per portare avanti nuovi progetti e in tal senso rientra anche la progettazione e realizzazione di una nuova macchina di allenamento pensata proprio per l’impiego dell’isometria: di cosa si tratta?

"Chiamiamola isofit. È un macchinario studiato per l’isometria che abbiamo presentato lo scorso sabato presso il fitness center Sporting Club insieme a Massimo Cavalieri, consulente nel settore fitness da oltre 30 anni, Andrea Favaretto, uno dei top lifecoach in Italia, Fabio Zonin, tra i maggiori esperti a livello mondiale di allenamento funzionale e Ketbell training e Riccardo Grandi, attualmente il miglior coach di natural body bulding agonistico. Si tratta di un’applicazione dell’isometria pura, cioè quella che si effettua contro un oggetto inamovibile. Gli sforzi effettuati su questo attrezzo non producono movimento, ma lo sforzo generato viene misurato direttamente da sensori studiati appositamente e su misura per questo impiego".

Può approfondire questo concetto?

"Grazie alla tecnica di allenamento degli sforzi progressivi si ottiene maggiore forza, maggiore vitalità e maggiore energia. Isofit permette a chiunque, dagli 8 ai 108 anni, di allenarsi nella massimai tranquillità e sicurezza, effettuando degli sforzi sicuramente importanti. Ho avuto e ho tutt’ora donne che non sono in età agonistica, ma che si trovano a effettuare degli sforzi paragonabili a quelli di atleti su questo macchinario. Posso citare il caso di una donna quasi 60enne che su un esempio di accosciata ha avuto un inizio con poco più di 70 kg di spinta e ha concluso la sua preparazione ad oltre 300 kg di spinta. Ovviamente parliamo di una spinta su leve, però questo significa che c’è stato un guadagno di forza notevole.

La cosa bella è che la forza richiama il tono muscolare e il tono muscolare pretende di assimilare di più a scapito della massa grassa. Di conseguenza ci si trova anche regolarmente più asciutti e magri".

Passiamo alle conseguenze di lungo termine di Covid-19 per il settore del fitness. Cosa possiamo imparare da questa crisi e quali spunti di riflessione e miglioramento possiamo trarre da ciò che abbiamo vissuto?

"La cosa fondamentale è imparare, se ancora non lo si è fatto, a volersi bene. Nel senso soprattutto egoistico. Ciò che il Covid-19 ci ha tolto in termini di salute dobbiamo riprendercelo con un’alimentazione più sana e soprattutto con la scelta quotidiana di fare del sano allenamento.

Volersi bene in questo senso significa avere più energia, più capacità... anche più capacità di sopportazione in queste situazioni. Ma fondamentale è anche renderci conto che se ci vogliamo bene in senso egoistico, poi siamo in grado di voler più bene agli altri. Diversamente, se pensiamo ad autodistruggerci attraverso la mancanza di osservazione di regole di vita normali o imposte da questo periodo difficile, si rischia di entrare in un vicolo cieco dal quale raramente se ne esce bene. Si pensi ad esempio al bere o fumare eccessivamente, ma anche al preoccuparsi eccessivamente".

Quindi una grande possibilità di apprendimento, ma anche di fare pratica di resilienza?

"Sì, anche se penso questa esperienza ci debba anche insegnare a darci dentro di più, oltre a volere bene a se stessi. Va bene il reagire e il volersi reinventare, ma ci deve essere anche la capacita di generare la spinta sufficiente per poter realizzare finalmente i propri obiettivi".