Emergono novità sull'azione del governo per mettere a punto il decreto finale dei ristori destinati alle attività produttive, lavoratori autonomi, partite Iva e stagionali colpiti dall'emergenza sanitaria. L'obiettivo è quello di potenziare gli aiuti e di estendere la platea dei beneficiari: nel 2021 le categorie lavorative tutelate potrebbero essere maggiori di quelle del passato anno. Tra le novità attese nel prossimo provvedimento di governo figura l'ipotesi di abbandono del sistema basato sui bonus mensili da rimpiazzare con indennità che vadano a coprire archi temporali più estesi.

Inoltre si fa strada la possibile reintroduzione del Reddito di emergenza, misura già utilizzata nel 2020 per coprire le fasce di popolazione che non rientravano nei ranghi dei codici Ateco.

Nuovo decreto Ristori e Reddito di emergenza: ultime novità su indennità e bonus 2021

Le nuove indennità dei ristori che potrebbero essere varate nel corrente mese di gennaio dovrebbero generare una spesa complessiva di 30 miliardi di euro: ai fondi da ottenere con lo scostamento di bilancio dovrebbero aggiungersi quelli già stanziati nella Manovra 2021. Più nel dettaglio, gli scostamenti di bilancio dovrebbero finanziare le misure a favore di autonomi, stagionali e attività economiche per un complessivo di 24 miliardi di euro ai quali andranno aggiunti i 5,3 miliardi di euro già stanziati nel Fondo perequativo della legge di Bilancio 2021.

Le ipotesi sulle entità delle cifre hanno trovato le prime conferme del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e di Di Maio. Il ventaglio delle misure che prenderà corpo nel prossimo decreto ristori è variegato: tra le categorie da sostenere figurano i lavoratori penalizzati dal criterio legato alle sole perdite di aprile, ma anche i ristori per le filiere colpite indirettamente dalle chiusure.

Buona parte dei fondi potrebbero essere destinati al rifinanziamento della cassa integrazione, al finanziamento dei fondi agli enti locali e al Reddito di emergenza che, tra le ipotesi sul tavolo del governo, potrebbe confluire nel reddito di cittadinanza. Lo stesso ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, in un'intervista dei giorni scorsi ha ammesso che, qualora ce ne fosse bisogno, si potrebbe pensare a una nuova tranche del Reddito di emergenza sul modello di pagamento del 2020.

Ristori stagionali, turismo, partite Iva e autonomi: ipotesi indennità sulle perdite secondo trimestre 2020

Sui nuovi ristori agli autonomi, partite Iva e stagionali, la logica e i criteri di intervento potrebbero subire le maggiori variazioni rispetto ai provvedimenti dello scorso anno. In questa direzione il governo sta lavorando per scollegare le indennità rispetto ai codici Ateco e al rischio di contagio delle attività con l'obiettivo di redistribuire gli indennizzi a copertura delle perdite di fatturato registrate, secondo quanto richiesto anche dalle parti sociali, da luglio a dicembre dello scorso anno. Dunque verrebbe superata la vecchia logica dei ristori su base mensile, andando a indennizzare le attività economiche, soprattutto quelle di natura stagionale e principalmente quelle rientranti nel settori turistici, indubbiamente tra i più colpiti dalla pandemia.

Ristori partite Iva, professionisti, bar e ristoranti: sospensione pagamenti fiscali per tutto il 2021

Nelle intenzioni del governo, inoltre, sarebbero previsti risarcimenti per i possessori di partita Iva e gli autonomi che non sono stati costretti a chiudere la propria attività o a limitarla per via della pandemia, ma che hanno subito ugualmente gravi perdite di fatturato durante il 2020. Le nuove ipotesi del prossimo decreto Ristori, dunque, vanno nella direzione di un intervento che vada più capillarmente a indennizzare le perdite sofferte piuttosto che a intervenire sui singoli codici Ateco o sull'elargizione di bonus a cadenza mensile. Proprio gli autonomi e le partite Iva sono interessati anche da nuove proroghe fiscali in quello che può essere chiamato un "anno fiscale bianco": sospensione di Irpef, Irap e Ires per tutto il 2021 per le imprese e i professionisti che hanno subito un calo di oltre un terzo (33%) del proprio fatturato.

Quest'ultimo pacchetto di misure potrebbe tener conto anche dei colori delle regioni assegnati dalle misure anti-Covid: per i professionisti sarebbero necessarie le misure del colore rosso, per bar e ristoranti si partirebbe dall'arancione.