Il decreto "Ristori 5" dovrebbe esser pronto per fine mese. Dopo i quattro decreti del governo già emanati, ecco dunque che se ne aggiunge un altro che contiene al suo interno misure economiche per professionisti e autonomi con partita Iva che stanno ancora affrontando la grave situazione determinata dal Covid-19. Sarebbero previsti anche contributi a fondo perduto e vari ristori, la cancellazione delle tasse sospese, la proroga della Cig, la pace fiscale con una rottamazione delle cartelle e un provvedimento di saldo e stralcio. Manca dunque solo l'autorizzazione delle Camere allo scostamento di bilancio da 32 miliardi richiesto dal governo per dare il via libero a questo ultimo decreto.
Ristori a partite Iva: si allarga la platea delle categorie interessate
Si sta quindi pensando di allargare la platea delle categorie che sono state finora escluse dai precedenti ristori, le quali dovrebbero ricevere indennizzi a copertura delle spese non ancora risarcite dai precedenti aiuti. Si tratta, oltre che degli autonomi con partita Iva, anche dei liberi professionisti ordinistici e non che dovrebbero però rispettare alcuni requisiti per aver diritto al contributo. In primis è indispensabile aver subito un calo del fatturato per via del blocco delle attività lavorative, con una soglia di ingresso ai ristori del 33%. Tale calo potrebbe riguardare il fatturato del secondo semestre 2020 o essere calcolato su base annuale.
Non si dovrebbe più far riferimento al calcolo che faceva riferimento ai codici Ateco, alla regione di appartenenza e al parametro fondato sulle sole perdite di aprile 2020 rispetto allo stesso mese del 2019.
Quali sono gli altri requisiti da rispettare e come fare domanda
Gli altri requisiti da rispettare per ottenere gli indennizzi potrebbero essere: l'apertura della partita Iva da almeno tre anni e l'essere in regola con la propria posizione contributiva.
Il tetto del reddito non dovrebbe superare i 50mila euro all’anno. L'intento è aiutare tutti coloro che l'anno scorso hanno ricevuto meno come avvocati, commercialisti, architetti, ingegneri.
Sebbene non sia ancora stato definito il metodo per inoltrare la domanda potrebbe darsi che la stessa debba esser inviata dal richiedente all’Inps o alla propria cassa previdenziale, inserendo i dati personali e l'Iban.
Ne consegue che, come già avvenuto l'anno scorso, l'indennizzo potrebbe essere accreditato sul conto corrente bancario dell'interessato dopo la verifica della presenza di tutti i requisiti richiesti. Nella legge di Bilancio 2021 è già stato inoltre accordato l’esonero parziale dal pagamento dei contributi previdenziali dovuti dai professionisti e autonomi iscritti all’Inps o alle proprie casse di previdenza. I requisiti da possedere in tal caso sono i seguenti: ricavi non superiori ai 50mila euro all’anno e la prova del calo di fatturato del 33%.