Le tutele di natura previdenziale garantite dal rapporto di lavoro pubblico e privato resteranno ferme solo per coloro che quindi hanno il green pass, visto che non potendo entrare nel posto di lavoro senza il certificato verde saranno considerati assenti ingiustificati.

Questo è quanto viene previsto con l'entrata in vigore dell'articolo 3 del decreto legge numero 127/2021 che ha esteso l'obbligo del possesso della certificazione verde a tutto il mondo del lavoro. Il possesso del green pass è diventato quindi necessario dal 15 ottobre fino al 31 dicembre.

Ma vi è di più. Nel nuovo quadro di riferimento normativo inoltre il dpcm 12 ottobre 2021, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 246/2021 detta ulteriori regole inerenti al green pass.

Senza 'certificato verde' si è assenti ingiustificati, condizione che blocca assegni di maternità o malattia

Lo stesso diventa infatti l'unico lasciapassare per accedere ai luoghi di lavoro e assicurarsi di non incorrere in un'assenza ingiustificata. Il lavoratore, pubblico o privato, senza il green pass conserverà quindi il posto di lavoro, ma non riceverà lo stipendio poiché appunto verrà considerato come 'assente ingiustificato' e perderà anche la possibilità di usufruire degli assegni familiari, della cassa integrazione, della malattia, della maternità e della relativa anzianità di lavoro.

Tali giorni di assenza non concorrono inoltre alla maturazione di ferie e permessi retribuiti. Quanto alle modalità di verifica della presenza del green pass sempre il dpcm 12 ottobre 2021 prevede la possibilità di controlli a campione dei lavoratori che al momento di accedere nel luogo di lavoro devono quindi mostrare il il certificato verde a richiesta di chi effettua i controlli.

Una volta verificato il green pass vige, per il datore di lavoro, il divieto di conservare il codice a barre.

Tamponi a prezzo ridotto: utili informazioni

L'alternativa al vaccino per il rilascio del green pass è il tampone che può richiedersi anche in farmacia, su prenotazione per evitare le file. Il green pass infatti si potrà ottenere anche con un test salivare rapido, ma soltanto di tipo molecolare.

La validità del green pass ottenuto col tampone antigenico rapido è di 48 ore dal momento dell’esecuzione, mentre quella del molecolare è a 72 ore. Quest'ultimo ha un costo maggiore rispetto a quello rapido.

Sul punto il governo sta pensando di calmierare i costi dei tamponi. Potrebbero infatti esser previste delle deduzioni ( credito d'imposta al 30%) per le imprese che vogliano pagare i tamponi ai dipendenti, ma non un azzeramento dei costi.

Federfarma, nel frattempo, per incentivare le vaccinazione ha invitato le farmacie associate che garantiscono il servizio di vaccinazione anti-Covid a proporre a tutti coloro che chiedono un tampone antigenico rapido di sottoporsi alla vaccinazione.