Secondo quanto riportato dall'emittente televisiva statunitense Cnbc, il colosso californiano del web Google avrebbe deciso di adottare una linea di ferro contro i suoi dipendenti non vaccinati contro il Covid.

"Dalla lettura di documenti interni a Google- riferisce la Cnbc- emergerebbe la notizia secondo cui il Colosso informatico aveva già chiesto ai lavoratori di produrre, entro il 3 dicembre 2021, la documentazione che provasse il loro stato di vaccinazione".

La stessa emittente afferma che "in base al memorandum interno, i dipendenti che, entro il 18 gennaio 2022, non si metteranno in regola con la vaccinazione Anti-Covid, saranno posti in "congedo amministrativo retribuito" per 30 giorni.

Successivamente, si dovrebbe aprire un periodo di "congedo personale non retribuito" di 6 mesi che, nel caso in cui il dipendente decidesse di mantenere la sua posizione di irregolarità, sfocerebbe nel licenziamento".

L'amministrazione Biden e la posizione dell'azienda

Se quanto affermato dalla Cnbc corrispondesse effettivamente alla linea adottata da Google, la scelta del 18 gennaio come data spartiacque non sarebbe casuale: proprio la stessa deadline, infatti, era stata fissata nell'ordine esecutivo (poi sospeso da un tribunale federale per sospetto di incostituzionalità), firmato dal Presidente Joe Biden, in base al quale le aziende americane con 100 o più lavoratori avrebbero dovuto assicurare la vaccinazione dei loro dipendenti o l'esibizione di test anti-covid negativi su base settimanale.

Sembrerebbe quindi che, nonostante il freno posto all'iniziativa governativa, i vertici di Google abbiano deciso di attuare ugualmente e in autonomia le disposizioni del governo, senza attendere l'esito giudiziario.

I lavoratori firmano il manifesto di protesta

La notizia del possibile licenziamento per i dipendenti non vaccinati parrebbe non essere stata ben accolta da tutti.

Sarebbero infatti circa 600 (a fronte dei 150 mila totali) i lavoratori che hanno sottoscritto un manifesto per opporsi alla decisione aziendale di rendere obbligatoria la vaccinazione anti-covid. La principale argomentazione a sostegno della loro protesta sarebbe relativa al fatto che tale decisione dovrebbe essere applicata a tutti i dipendenti dell'azienda, anche a quelli che lavorano da casa, che si impegnano direttamente o indirettamente con contratti del governo federale.

A seguito delle proteste, il colosso americano sarebbe quindi intervenuto per offrire altre soluzioni ai dipendenti ostili al vaccino: questi, infatti, potrebbero verificare se esistano ruoli, all'interno dell'azienda, che non siano in conflitto con l'ordine esecutivo. In alternativa, sarebbe offerta loro la possibilità di richiedere esenzioni per convinzioni religiose o condizioni mediche che l'azienda - come affermato in precedenza dalla stessa - si riserverà di valutare caso per caso.