Accadde il 19 maggio 2012 presso la scuola Morvillo Falcone di Brindisi. Giovanni Vantaggiato, allora 68enne di Copertino, comune in provincia di Lecce, posizionò un ordigno esplosivo all'ingresso dell'istituto professionale. A causa dell'esplosione, che avvenne alle ore 07:43, morì la giovane Melissa Bassi, ragazza di Mesagne comune nelle vicinanze di Brindisi, e rimasero feriti altri 9 studenti. Ora, dato che la sentenza di appello non è stata impugnata, la condanna all'ergastolo è diventata, di fatto, definitiva. Infatti, il 18 giugno scorso i giudici della Corte d'Assise d'Appello di Lecce avevano confermato la condanna di primo grado per l'uomo di Copertino con 18 mesi di isolamento diurno inconsiderazione anche dell'aggravante della finalità terroristica dell'attentato.
Evento considerato dalla magistratura salentina come 'il fatto più grave della storia criminale locale'. Forse ricorderete il grande impatto mediatico che la vicenda suscitò, soprattutto per la giovanissima età della vittima e per il modo in cui venne compiuto questo atto atroce. Nella condanna era stato incluso anche il risarcimento delle parti civili, cioè i genitori della vittima, le altre persone che rimasero ferite, il comune di Mesagne, la scuola della studentessa, ecc.
Quel tragico giorno una straziante esplosione spezzò la vita di Melissa Bassi lasciando un ricordo indelebile nella mente di tutti i brindisini e degli abitanti del comune di Mesagne, luogo dove abitava la ragazza.
Allora furono molti gli investigatori che si impegnarono nella ricerca del responsabile della strage e i possibili complici del triste evento. Anche grazie al procuratore Cataldo Motta, paladino della giustizia artefice di molte battaglie contro la mafia e la Sacra Corona Unita, e ai suoi collaboratori, come ad esempio Guglielmo Cataldi, si scoprì il responsabile della strage. Successivamente, il procuratore generale Antonio Maruccia sostenne l'accusa assicurando alla giustizia il responsabile, Giovanni Vantaggiato.