"Troppe squadre nei professionisti" questo il pensiero di Tavecchio, Presidente della Figc che ha fatto intendere che ci dovrebbe essere una riforma del calcio. Sarebbe l'ennesima riforma negli ultimi anni. L'Italia è una delle nazioni che ha più società tra le serie professionistiche: se ne contano ben 102. Infatti, il ritorno della Lega Pro a 60 squadre (3 gironi da 20 squadre ciascuno), dopo che l'anno scorso si era passati a 54 squadre (3 gironi da 18 squadre), ha fatto lievitare questo numero. Ma non solo questo: alle 60 squadre di Lega Pro vanno aggiunte ben 22 squadre della Serie B e 20 della Serie A.
Tavecchio ha fatto capire che non soltanto il numero delle società va ridotto, ma ci devono essere anche delle basi solide per poter stare tra i professionisti.
Requisiti necessari per stare tra i professionisti
Il numero uno della Figc ha spiegato chiaramente che il sistema calcio in Italia non può permettersi oltre cento squadre tra i professionisti, in un'intervista rilasciata in settimana al Sole 24 Ore: "Non possiamo assolutamente permetterci ben 102 squadre professionistiche nei nostri campionati- ha esordito Tavecchio- Sono il doppio che in altri Paesi. In questi anni abbiamo sentito tanti discorsi su crescita e sostenibilità, ma non si parla di qualità: è quella che fa crescere il mercato.
" Parole che fanno pensare ad un possibile ennesimo cambiamento nella Lega Pro: magari si tornerà a 18 squadre per girone? Ovviamente, se ci si dovesse attenere a queste parole, si potrebbe pensare ad una riforma dell'intero calcio italiano, e non soltanto della Lega Pro.
Tavecchio ha infine spiegato che serve "una specie di rating.
" Insomma, una classifica che illustri se puoi far parte delle squadre professionistiche del calcio italiano: "Se hai stadio, dirigenza, settore giovanile, capacità di indebitamento, incassi a breve compatibili, possibilità di far mercato e impianto di illuminazione, puoi giocare in Serie A. Altrimenti va in un’altra categoria." Idee nuove, dunque, per il calcio italiano: resta da capire se saranno messe in atto dai dirigenti del calcio italiano.