Come ogni anno, il Salento deve fare i conti con i dati relativi al Turismo, per comprendere se siano state o meno incrementate le presenze di visitatori e stranieri.
Il 2017 non è stato un anno particolarmente felice, sotto questo aspetto, in quanto i maggiori flussi turistici si sono concentrati sulle località marine a discapito delle città d'arte. Non è per niente decollata la politica di destagionalizzazione, vuoi per l'incapacità della classe politica e imprenditoriale, vuoi per l'eccezionale ondata di caldo che ha investito il nostro territorio.
Il Salento attende ormai da anni servizi privati e pubblici per adeguarsi alle necessità di una costante e crescente domanda da parte del turista che chiede a gran voce più trasporti, igiene pubblica, viabilità e sicurezza. Parametri che oltre a qualificare un territorio a forte impatto turistico servono alla crescita collettiva dell'intera popolazione salentina.
I dati della stagione estiva nel Salento possono essere divisi in tre diversi periodi che prendono in esame i mesi di giugno e luglio come primo periodo, dal 1 al 20 agosto come secondo periodo ed infine dal 21 agosto al 20 settembre come terzo ed ultimo periodo.
Diminuite le presenza turistiche
Nel primo periodo le presenze turistiche sono diminuite del 7-8% rispetto ai dati della stagione 2016.
La causa di questo decremento è stata la minor presenza di turisti stranieri, a vantaggio di visitatori nostrani attirati dai prezzi bassi di molte strutture ricettive. Tutto ciò ha danneggiato i dati delle presenze su Lecce, come città d'arte, concentrando su Otranto e Gallipoli il maggior flusso di turisti. È evidente che la calura insopportabile della stagione estiva, con punte di 50° C.
hanno spinto i visitatori verso il mare, anche nelle ore notturne, lasciando i paesi dell'entroterra e il capoluogo leccese. Ma l'analisi non si deve fermare solo sul gran caldo che ha investito il nostro territorio. In effetti, il Salento non riesce a svincolarsi dal concetto di essere considerato solo un luogo di villeggiatura marina.
Eppure questo territorio è ricco di prodotti enogastronomici, di attrazioni culturali, artistiche, religiose.
Il Salento è potenzialmente una delle zone più attraenti dal punto di vista dei borghi antichi, delle chiese e delle bellezze naturali che possono mirare a rendere visibile l'intero territorio ai turisti, al di là della stagione estiva. Ma è come parlare al vento, in quanto persiste un'incapacità di mettere insieme le diverse sinergie tra i vari soggetti interessati e cioè operatori turistici, commercianti, politici locali.
Nel secondo periodo, dal 1 agosto al 20 agosto, i dati sono discordi, in quanto si parla di una crescita del 22% per il Salento, mentre la classe imprenditoriale fa registrare un -30% di prenotazioni rispetto all'anno precedente.
In realtà, se le stime fanno riferimento a tutto il periodo estivo il dato è in diminuzione del 10%, se vengono prese in esame solo le tre settimane, dal 1 al 20 agosto il calo è inferiore del 1,5%. La discordanza dei dati nasce dal fenomeno ormai acclarato degli affitti in nero che ha fatto scattare indagini a tappeto dalla Guardia di Finanza in molti gestori di B&B, oltre a tutti gli alloggi ad uso dormitorio per clienti giovanissimi provenienti da tutta l'Italia.
La terza parte del periodo analizzato, dal 21 agosto al 20 settembre, non ha avuto molte differenze con lo scorso anno, si stima uno 0,5% in più di presenze dovuto anche alle manifestazioni che il Salento celebra in quel periodo.
Un esempio per tutti è la Notte della Taranta che ha richiamato circa 200.000 visitatori, ma con pochi benefici per l'economia del territorio in quanto erano anche in questo caso utilizzati alloggi di fortuna, sotto forma di tende o materassi sparsi per le campagne salentine.
Carenze di strutture ricettive
Ecco perché il Salento, in merito alle strutture ricettive, è stato bocciato in maniera perentoria su tutti i canali web che in qualche modo sono collegati al turismo e quindi tripadvisor, booking, google local, trivago, ecc..
La mancanza di un progetto politico, di una strategia di marketing territoriale per il turismo e l'improvvisazione da parte di pseudo operatori del settore hanno penalizzato una regione che deve considerare il turismo come una risorsa fondamentale per gli investimenti, senza badare solo ai propri profitti a tutto svantaggio della qualità dei servizi per i propri visitatori.