Barbie, la bambola più famosa del mondo, entra in una Rsa di Lecce grazie ad un laboratorio di Doll Therapy. L'idea è quella di provare a migliorare le condizioni di alcune pazienti malate di Alzheimer. Secondo Maria Giovanna Pezzuto, psicologa della RSA: "Il contatto visivo e corporeo, la manipolazione tattile e il dialogo con la bambola possono stimolare i processi cognitivi e la memoria".
Barbie a Lecce per la Doll Therapy
Un viaggio nei propri ricordi dell'infanzia è ciò che sta riportando il sorriso ad alcune ospiti della Rsa San Raffaele di Campi Salentina, a Lecce.
Ciò è avvenuto grazie all'idea degli operatori sanitari della struttura, che hanno deciso di donare alle pazienti affette da Alzheimer alcune Barbie sull'onda del successo che il marchio sta avendo ultimamente. É stato creato, quindi, un laboratorio di Doll Therapy e gli addetti hanno potuto verificare che effettivamente la pratica ha effetti positivi sulle anziane. Il risultato è stato strabiliante: la curiosità è che, aiutate dal ricordo dei trascorsi personali legati alle bambole, molte pazienti ci si sono rapportate come se il tempo non fosse mai passato. Sentimenti di serenità e sicurezza hanno preso il sopravvento rispetto alle sensazioni cupe che affliggono solitamente i malati di Alzheimer, regalando sorrisi dimenticati da tempo.
Doll Therapy e demenza
All'interno della terapia del giocattolo si trova una categoria più precisa alla quale è stato dato il nome di Doll Therapy. Si è diffusa a partire dagli anni '80 soprattutto in America ed Australia, ma i primi studi sulla terapia non farmacologica della demenza senile si rifanno al lavoro dello psicologo e psicoanalista John Bowlby.
Secondo questo medico, le forme di interazione concreta con gli oggetti possono intensificare positivamente i risultati delle cure, riportando alla mente il passato. La Barbie è sicuramente un ottimo giocattolo-esempio per questa tipologia di terapia. Per demenza senile si intende una patologia neurodegenerativa che va a ridurre sensibilmente e irrimediabilmente le facoltà cognitive della persona.
La forma più comune è quella dell'Alzheimer. Secondo i dati del World Alzheimer Report, infatti, solo in Italia ne sono affette circa 600mila persone. Nel mondo se ne contano ben 46 milioni, un numero che è addirittura destinato ad aumentare esponenzialmente fino ad arrivare a più di 130 milioni nel 2050 secondo le stime.
La Doll Therapy di Lecce
La dottoressa Irene Patruno, educatrice professionale nella Rsa salentina, ha raccontato ciò che ha notato durante il laboratorio con le Barbie donate alle anziane. "Le pazienti hanno preso a rapportarcisi come se non avessero mai smesso di farlo, improvvisando acconciature, cambi d'abito e dialoghi forse mai davvero dimenticati". Anche la psicologa della struttura, Maria Giovanna Pezzuto, è rimasta stupefatta dai risultati ottenuti attraverso questo lavoro e ha spiegato per quale motivo la Doll Therapy è considerata così speciale.
"Il contatto visivo e corporeo, la manipolazione tattile e il dialogo con la bambola possono stimolare i processi cognitivi e la memoria", in questo modo le pazienti saranno facilitate al dialogo. Inoltre la capacità relazionale, il rilassamento nervoso e le emozioni evocate portano ad una diminuzione dei disturbi comportamentali e di quelli del sonno, oltre a ridurre l'irritabilità e il senso di depressione che sono tipici in questa categoria di malati. Una Barbie può eliminare, almeno per qualche momento, il buio e l'apatia dal volto delle anziane affette da Alzheimer alleggerendo la loro giornata.