Alle 8:36 di questa mattina, preceduto da un forte boato udito distintamente dalla popolazione, un incendio è scoppiato alla raffineria Eni di Sannazzaro de' Burgundi, cittadina in provincia di Pavia.

L'incendio è stato circoscritto grazie al pronto intervento della squadra di sicurezza antincendio della raffineria e ai vigili del fuoco di Pavia.

La deflagrazione ha interessato l'isola sette, una zona destinata alla raffinazione del petrolio greggio e in cui sono inoltre presenti alcuni impianti di distillazione e desolforizzazione; proprio nell'impianto di desolforizzazione, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe avuto origine l'incendio.

Oltre ai Vigili del Fuoco e al personale protezione civile, sul posto si sono recati anche il comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri, quello del reparto operativo dei Carabinieri della compagnia di Pavia e il capitano della compagnia di Voghera.

E' il terzo incidente in meno di un anno che si verifica nella raffineria della cittadina pavese: la scorsa estate vi era stato un principio di incendio all'impianto est mentre il primo dicembre 2016, invece, un incendio, caratterizzato da impressionanti colonne di fumo nero visibili anche a chilometri di distanza, aveva interessato nuovamente l'impianto est, questa volta distruggendolo completamente.

Fortunatamente, sia nelle precedenti occasioni che in quella odierna, non vi sono stati feriti, se si esclude un operaio che, cadendo nel fuggire, aveva riportato, durante l'episodio del dicembre scorso, una leggera contusione ad un ginocchio, inoltre i sistemi di sicurezza interni all'impianto, il tempestivo operato del personale e, ovviamente, il decisivo contributo dei Vigili del Fuoco, hanno permesso di contenere i danni anche se, inevitabilmente, questo ennesimo incidente è destinato ad alimentare nella popolazione sempre maggiori interrogativi sulla convivenza con un impianto di tali dimensioni.

Per singolare coincidenza, solo pochi giorni fa il territorio lomellino era stato interessato da un altro devastante incendio che aveva causato la distruzione del Centro Calzaturiero di Castello d'Agogna.