Visitare la mostra che Palazzo Reale dedica all'opera di Charlotte Salomon è conoscere un primo esempio di 'opera d'Arte totale', fedele ad un vecchio principio romantico che esige la più completa compenetrazione di arte e vita.
Essa si presenta sotto forma di Singspiel, una 'recita cantata', un genere operistico in voga tra il XVIII e il XIX secolo, nato in Germania e Austria. In realtà quello che vede lo spettatore è un lungo storytelling, ovvero 270 tempere, delle centinaia che l'artista ha composto in un lavoro intenso e febbrile durato due anni prima di morire ad Auschwitz.
Ed insieme alle tempere ci sono fotografie storiche che illustrano la vita di Charlotte e gli avvenimenti del suo tempo e nel contesto berlinese.
Charlotte nasce a Berlino il 16 aprile 1917. Figlia di un medico universitario e di una madre musicista amatoriale, poi celebrata cantante d'opera la matrigna.
Biografia dell'artista
Charlotte frequenta, unica ebrea, l'Accademia di Belle Arti di Berlino.
Nel 1939 lascia la Germania per rifugiarsi a Villefranche sur Mer, dai nonni materni. Ma scopre una terribile verità .La nonna si suicida ed a seguito di questo fatto viene a conoscere che anche la madre e la zia erano morte suicide. Dietro questa scoperta realizza un libro di tempere di valore autobiografico.
La cosa più incredibile è che poco prima di essere fatta prigioniera ella affida al medico di Villefranche sur Mer la sua storia e questa arrivò in America alla dedicataria Ottilie Moore, che, dopo la guerra, la donò al padre sopravvissuto in modo miracoloso perchè rifugiato in Olanda.
L'opera, dapprima, fu lasciata al Rijksmuseum di Amsterdam poi nel 1971 al Jewish Historical Museum di Amsterdam.
Lo scrittore Carlo Levi, a commento di questo prezioso lascito artistico, nel 1963 scrisse: 'Charlotte Salomon è stata una di quelle persone che hanno sentito la necessità di ripensare l'esistenza e di affidarla a qualcosa che, per il solo fatto di essere espresso, fosse libero dal comune destino di morte'.
E la sua vita, come la sua esperienza artistica va comparata alle figure di poetesse suicide come l'italiana Antonia Pozzi (1912-1938), la bostoniana Silvia Plath (1932-1941) e Anna Achmatova (1889-1966) accomunate da un'esistenza vissuta durante la guerra e all'interno di regimi estremi.
Lo scrittore Bruno Pedretti, con la collaborazione dello Joods Historisch Museum di Amsterdam, ha realizzato il catalogo sulla Salomon, edito Marsilio, dal titolo Charlotte Salomon. Vita ? O Teatro?