La fabbrica automobilistica indiana che prende il nome di Tata sta lavorando ad una vettura dall'incredibile leggerezza. Tant'è innovativa nei materiali e nelle tecnologie applicate alla produzione che il progetto, super segretissimo, non è stato nemmeno presentato al salone di Ginevra del 2013, come promesso invece, perché i tempi sarebbero stati prematuri ed il rischio di regalare idee alla concorrenza troppo elevato.
Una grande interpretazione di top secret, forse maligna per alcuni, che suggerirebbe il rinvio della presentazione solo per una questione legata alla situazione economica.
Dopo l'insuccesso della Nano, utilitaria low cost che ha mancato di rivoluzionare il mercato indiano, cosa che alla Tata non è piaciuta; inoltre le priorità degli investimenti andrebbero destinate nel rafforzare la gamma corrente, quindi riducendo le disponibilità per tale progetto.
Comunque la si metta è ovviamente facile intuire che la nuova vettura sarebbe strategica per il futuro del costruttore dell'India motorizzata. Tale vettura ha molto di italiano, tant'è che dietro all'innovazione si nasconde infatti la mano sapiente dell'emerito progettista Marcello Gandini, genitore della Lamborghini Miura e della countach (nonchè padre del progetto X1/9 della FIAT). La nuova vettura sarebbe realizzata in materiali compositi, con polimeri ben più economici della fibra di carbonio.
Il processo produttivo costerebbe meno di quello che richiede la fabbricazione di telai in alluminio o acciaio che sia, non richiederebbe più di 25 stampi e la scocca sarebbe il 20% più leggera di una corrispettiva in acciaio.
La sua modularità, inoltre, permette di pianificare diverse carrozzerie, dalla coupè ad un minisuv.
Il motore, secondo indiscrezioni, sarebbe un mille centimetri cubici sovralimentato turbo da 90 cavalli. La ricerca sui materiali e sulla riduzione dei pezzi è un pallino di Gandini, che per anni ha studiato il tema low cost. Nel lontano 1983 infatti presentò un'idea per la Renault che ipotizzava un'utilitaria di plastica addirittura.
Basti pensare che la presentò ai francesi disassemblata e la mise insieme in un'ora dimostrando la facilità di montaggio, anche se poi non ebbe successo e non venne mai presentata al pubblico. Dopo trent'anni pare che Gandini abbia trovato un interlocutore per le sue idee. Sempre che l'auto segreta prima o poi si palesi al mercato automobilistico mondiale ed europeo.