Per descrivere quello che si prova al volante della nuova Mazda 3, gli ingegneri del sol levante scomodano nientemeno che il jinba ittai. E' il concetto (per altro già usato a proposito della MX5) che, in Giappone, descrive il particolarissimo rapporto che si instaura tra il cavallo ed il cavaliere. Ciò che, in un certo senso, li trasforma in una cosa unica ed inesplicabilmente sinergica. Francamente, però, io non è che l'abbia sentito così tanto questo fenomeno alla guida della presente. Devo però ammettere che magari dei cerchi oltre i 16 pollici avrebbero fatto una grande differenza, poi per certi versi l'auto sembra addirittura qualcosa in più di una semplice segmento C, soprattutto quando si scopre che il motore è un 2.2 litri turbo diesel da 150 cavalli a 4500 giri al minuto ed una coppia motrice, disponibile per l'80% da 1000 giri e di punta attestata a 380 Nm intorno a 1800 giri al minuto dell'albero motore, una spinta molto lineare e progressiva, quasi da motore elettrico merito sia del nuovo sistema di iniezione elettronica common rail multifase quanto e soprattutto del relativamente basso (per un diesel) rapporto di compressione di "appena" 14:1, sicuramente il più basso mai adoperato su di un motore a gasolio e soprattutto identico alle due unità a benzina (dove invece è fra i più elevati).

Alla Mazda inoltre si sono molto impegnati nella realizzazione della sicurezza sia attiva che passiva. Dentro è lussuosa e ben rifinita, un po' granitico il cambio, ma sempre più europea. Una macchina da 5 stelle da provare e, potendo, (dato pure il prezzo relativamente ristretto) da comprare. (a partire da 17600 euro).