Probabilmente ben presto l'anonimato che accompagnava ogni persona conducente di una bicicletta scomparirà, poiché si è sviluppata infatti in questi giorni la proposta lanciata da Maria Rosario Iardino del PD di integrare targhe, punzonature del telaio e microchip per identificare le biciclette e garantire una maggiore sicurezza contro i furti.
La targa sulla bicicletta - La proposta, che si rivolge al momento ai consigli regionali, potrebbe però essere un arma a doppio taglio. Non è infatti remota l'ipotesi che dopo aver inserito su ogni bicicletta una targa si passi ad un automatica tassazione tramite bollo che è quello che avviene per macchine e motorini e che questo quindi a discapito delle apparenze non sia solo un metodo per far arrivare altre spese in tasca ai cittadini in tempo di crisi.
Le polemiche - L'associazione Flab Ciclolobby si è prontamente detta assolutamente contraria all'imposizione delle possibili nuove norme, lasciando piuttosto spazio alla possibile immissione di una targa e di un numero di telaio a chiunque volesse farne utilizzo e non ad un imposizione generale per tutti. A controbattere l'ipotesi della targa sulla bicicletta è Alberto Centinaio del PD, secondo il quale l'obiettivo è quello oltre che di "rintracciare" le biciclette eventualmente rubate di poter anche riuscire a multare il ciclista che infrange il codice della strada e che è colpevole di comportamenti incivili, "è urgente avviare come in altri paesi un'educazione stradale che coinvolga massicciamente la popolazione fin dalla più tenera età".
Del tutto contrario a questa possibile paradossale imposizione è l'esponente della Lega Nord del consiglio comunale di Milano Luca Lepore, che rimane titubante su queste proposte ritenendo che si rischi di aumentare i procedimenti burocratici a discapito dei cittadini e che "i furti di certo non sarebbero fermati da delle targhette messe nelle biciclette".
In base a Lepore, la via da seguire è quella della punizione per chi commette questi reati e la creazione di nuove stalli per le bici in prossimità dei luoghi pubblici più rilevanti in modo da permettere a tutti i cittadini maggiore comodità nel posteggiare la bicicletta. Se tale riforma dovesse essere approvata, potrebbe portare ad aspetti positivi e ad altri negativi, il rischio è che invece di incentivare l'uso della bicicletta si danneggi chi ne vorrebbe usufruire.