C'è chi aspetta il rinnovo del proprio contratto collettivo nazionale di lavoro, e chi invece assiste impotente alla scomparsa del proprio posto di lavoro. La De Tomaso, casa automobilistica italiana produttrice di autovetture sportive e di lusso, ha trovato un nuovo proprietario. Dopo il fallimento del 2012 e varie vicissitudini legali e finanziarie, il 19 marzo 2015 era stata venduta all'asta alla cordata formata da L3 Holding e Genii Capital per la somma complessiva di 2.050.000 euro. La cordata aveva proposto un piano industriale che prevedeva, entro sette anni, di riassorbire 360 dei 900 lavoratori attualmente in cassa integrazione, per giungere alla produzione di circa 4.500 auto sportive a due posti.

Le aste - Alle precedenti aste, compresa quella vinta a marzo dalla L3 Holding, c'erano altre due concorrenti che presentarono offerte inferiori. La L3 Holding, però, dopo essersi aggiudicata l'asta è letteralmente e con lei sono sfumati i finanziamenti e il piano industriale. La L3 ha anche rinunciando alla caparra versata, trattenuta dal Tribunale a titolo di multa. Si è quindi reso necessario indire una nuova asta programmata per oggi, 28 aprile 2015, al Tribunale di Torino.

L'asta odierna si è conclusa alle 12:00 con la vittoria della cordata cinese Ideal team venture che si è aggiudicata la De Tomaso per la cifra di 1.050.000 euro. Solo 10.000 euro prima si era fermata l'offerta proposta dalla cordata italiana Eos.

A differenza della L3 Holding, così come avvenuto anche all'asta di marzo, la Ideal e la Eos hanno in comune il fatto di aver presentato l'offerta ma senza un piano industriale. La società cinese ha anzi dichiarato che continuerà a produrre auto sotto il marchio appena acquisito della De Tomaso, ma nei propri stabilimenti in Cina.

Cosa accadrà - A questo punto la sorte degli ex lavoratori della De Tomaso è segnata. Se prima c'era una piccola speranza per una eventuale ripresa lavorativa, adesso non resterà più nemmeno quella e si prospetta un lungo periodo si prospetta un lungo periodo di disoccupazione. Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, si è detto amareggiato per la conclusione della vicenda ma ha anticipato che si impegnerà per promuovere un incontro sul problema esodati con i sindacati e l'Unione Industriale. Resta l'amaro in bocca per l'ennesimo caso di un marchio italiano che valica i confini nazionali per diventare un brand dei mercati emergenti.