Importante pronuncia del Tribunale di Milano del 30 ottobre 2013. La sentenza affronta un tema importantissimo: il piano di ammortamento del mutuo e il caso in cui sia stato pattuito un calcolo degli interessi con il sistema alla francese. Questo prevede che ci siano rate costanti in cui ciò che cambia è il numero di rate da pagare.

Gli interessi con questo sistema vengono pagati solo sul residuo e nel tempo, con la rata costante, aumenta la quota di capitale restituita e decresce la quota di interessi.

Tecnicamente la sentenza citata appare molto complessa anche perché lo stesso sistema di calcolo alla francese lo è, infatti, lo stesso giudice ha basato le sue determinazioni sulla perizia del consulente tecnico d'ufficio CTU, di conseguenza si cerca solo di delineare il succo della sentenza.

Nella pronuncia viene affrontata in radice la legittimità del sistema stesso in quanto non permette di determinare in modo preciso il piano di ammortamento. In particolare ha statuito il giudice che tale sistema viola l'articolo 1346 del codice civile che prescrive che l'oggetto del contratto deve essere determinato o determinabile, l'articolo 1418 sempre del codice civile che prevede la nullità delle clausole contrattuali contrarie a norme imperative, artt. 1283 e 1284 del codice civile che stabiliscono la modalità di calcolo degli interessi. Infine, secondo l'attore ci sarebbe stata violazione dell'articolo 9 della legge 192 del 1998 che vieta l'abuso della dipendenza economica.

Il tribunale di Milano ha sposato la tesi della parte, ma non finisce qui, perché ha anche stabilito che dovevano essere effettuati nuovamente i calcoli degli interessi e del capitale versato.

Al termine dei calcoli è stato dichiarato che la parte aveva effettivamente versato più di quanto avrebbe dovuto in base al tasso di interesse variabile del periodo in oggetto e quindi l'istituto di credito è stato condannato a restituire quanto non dovuto. In particolare secondo il perito "Le clausole in discussione, dunque, pur apparendo di per sé analitiche come sottolineato dalla convenuta, si risolvono, da un punto di vista matematico-finanziario, in enunciati non danti luogo ad una univoca applicazione ma richiedenti la necessità di una scelta applicativa tra più alternative possibili, ciascuna delle quali comportante l'applicazione di tassi di interessi diversi: il che vale a dire che tali clausole, da un punto di vista giuridico, non soddisfano il requisito della determinatezza o determinabilità del loro oggetto, richiesto dalla disciplina dei contratti ex artt.

1418, 1346 cc a pena di nullità." Ciò viola l'articolo 1284 che richiede la necessità di una interpretazione univoca delle clausole contrattuali.

Le restituzioni dei tassi di interesse non dovuti da parte della banca sono notevoli, infatti, nel caso si trattava di ben due mutui e per uno la somma individuata dal perito è di euro 138.471,09, nell'altro euro 69.235,52.

Cosa è possibile fare se si sta pagando un mutuo?

A questo punto chiunque si trova a dover affrontare il pagamento di un mutuo può cercare di tutelarsi, in particolare se il piano di ammortamento prevede il sistema francese, è opportuno chiedere una consulenza, anche attraverso le associazioni di tutela dei consumatori, per provare a capire se la banca sta prendendo più di ciò che dovrebbe e avere anche una conversione del mutuo. Vista questa importante sentenza non è escluso che la banca possa procedere ad un accordo ed evitare vie processuali.