Argomento delicato e quanto mai attuale è la tanto odiata Imu, l’imposta che da qualche mese è entrata nel bilancio delle famiglie, già fortemente debilitate dalla recessione di questi anni.Tutti sanno che chiunque sia proprietario di un bene immobile (fabbricato, appartamento, terreno, ufficio, ecc.) o semplicemente di una quota è tenuto al pagamento dell’imposta.

Naturalmente chi è proprietario di un’unica abitazione adibita a residenza principale ha un’aliquota agevolata e delle detrazioni fiscali, chi invece ha un’unica abitazione ma non vi risiede o chiunque abbia una quota immobiliare di un immobile abitato da altri deve versare un’imposta parecchio più elevata.

A chiunque appartenga a questa seconda categoria suggeriamo quindi di verificare se anche nel loro caso si può fare qualcosa per ridurre il carico fiscale dell’Imu. Il consiglio a chi è proprietario di un’unica abitazione ma non vi può risiedere per svariati motivi (lontananza geografica, metratura dell’appartamento insufficiente, disposizione scomoda con i propri bisogni, ecc.) è quello di valutare se è realizzabile un cambio di residenza. Il consiglio invece a chi è proprietario di una quota di un immobile o di un diritto su di esso (nuda proprietà/usufrutto) è di valutare l’eventuale trasferimento del bene al comproprietario che risiede nello stesso e che può quindi usufruire delle agevolazioni connesse.

Il classico esempio è quello di genitore e figlio, proprietari rispettivamente di usufrutto e nuda proprietà di un appartamento in cui risiede solo uno dei due, in questo caso infatti entrambi  dovranno versare l’Imu, ma solo uno dei due potrà vantare le agevolazioni per la prima casa, limitatamente alla quota di competenza, con aggravio a carico dell’altro comproprietario di un’imposta elevata. Opportuno sarebbe quindi pensare di trasferire la piena proprietà del bene a chi vi risiede per azzerare il peso dell’imposta sulla “seconda casa”.

Stesso discorso vale anche nel caso in cui un genitore “multiproprietario” non abbia ancora ripartito i suoi beni tra i figli, rimanendo quindi pieno proprietario di più unità immobiliari destinate comunque ad essere "regalate“" un domani agli eredi…per abbattere il costo dell’Imu in questo caso il “ricco possidente” dovrebbe valutare se ritiene realizzabile trasferire già da subito i beni, in modo da ridurre il carico dell’Imu sulla seconda casa. Un confronto con il vostro professionista (commercialista, avvocato o notaio) potrà sicuramente darvi un aiuto in questa scelta.