In principio fu il 2-2 tra Danimarca e Svezia, il famoso “biscotto”, che permise di estromettere l’Italia dalla fase finale di Euro 2004 e fece gridare allo scandalo, non ancora dimenticato, da parte dei tifosi e dei giornalisti italiani.
Sulla base di quella triste esperienza, si temette di rivivere lo stesso incubo agli Europei 2012, quando un eventuale pareggio tra Spagna e Croazia avrebbe ancora eliminato l’Italia dalla fase finale, e quindi per giorni si è assistito su tv e giornali a lamenti e proteste per uno scandalo annunciato, che poi non si verificò e l’Italia arrivò in finale proprio contro la Spagna.
Bisogna cambiare il regolamento, non si può uscire da una fase finale essendo imbattuti, non si può uscire a parità di differenza reti per uno stupido gol in più o in meno, insomma, l’Italia non può uscire dal torneo a causa di un tacito accordo tra le sue avversarie nello stesso girone, si diceva prima di Spagna-Croazia e Italia-Irlanda e, invece, di quanto temuto per giorni, nulla poi avvenne.
Nel corso dello stesso anno, però, non dieci o venti anni dopo, la situazione si ribalta: nel gruppo E di Champions League, prima dell’ultima giornata, con lo Shakhtar Donetsk già matematicamente qualificato, alla Juventus basta un pareggio con gli ucraini per passare il turno a spese del Chelsea che se pure vincesse l’ultima partita contro i danesi del Nordsjaelland, raggiungerebbe la Juve a 10 punti ma sarebbe eliminato per i risultati negli scontri diretti.
Ma stavolta, invece di prospettare lo scandalo - sono dieci giorni o forse più - che si dichiara che il pareggio va bene a tutte due le squadre, che lo Shakhtar non ha nessun interesse a vincere la partita, e speriamo che Lucescu si ricordi del suo passato in Italia, e via biscottando, o sperando di biscottare, da parte di quegli stessi tifosi e giornalisti che temevano il biscotto, da parte degli altri, appena qualche mese prima. Ma forse è perchè siamo la patria della buona cucina, ed i biscotti italiani sono i più buoni sul mercato europeo.