ll centrosinistra riprova a perdere le elezioni commettendo i soliti errori: andare dietro alle dichiarazioni di Berlusconi e litigare su quello che dovrà essere il futuro governo.

Non paghi dello scandalo MPS che è costato almeno un punto percentuale (oltre ad aver convinto molti indecisi a guardare altrove) Bersani e Vendola hanno cominciato un'assurda sfida a distanza sulla presenza di Monti nella maggioranza della prossima legislatura. 

Un'alternativa assurda, perché al momento le alternative plausibili sono due: Pd e Sel vincono anche al Senato nelle regioni chiave e possono fare il governo da soli, il che ovviamente non implica dover ignorare le posizioni altrui, specialmente quelle dettate dal buon senso.  Ma in questo caso possono ascoltare senza dover necessariamente eseguire, quindi dettare la linea del Paese.

Seconda possibilità, che stando ai sondaggi appare la più probabile, è quella di non raggiungere la maggioranza al Senato. A questo punto, dato per scontato che nessuno voglia mandarci a votare nuovamente, bisognerebbe ricorrere all'appoggio di Monti o partecipare ad una grossa coalizione che allo stato non sembra fattibile. 

Vendola giustamente rimarca le posizioni diametralmente opposte rispetto a quelle del Professore, ma questo i suoi elettori lo sanno. Chi ha deciso di votare per Sel lo fa anche per connotare un eventuale governo Bersani-Monti con tratti di sinistra più marcati. Ma Vendola, per sua stessa ammissione, è anche cosciente di non essere più il rappresentante della sinistra "estrema", ammesso che questo significhi qualcosa nel 2013.

In questo ruolo c'è Ingroia e, defilato, Grillo, non certo di sinistra ma bacino di utenza dei delusi e dei disillusi. Chi voterà per loro non prende minimamente in considerazione il voto a Vendola, che al momento dell'alleanza con Bersani doveva essere consapevole di lasciare scoperto il campo alla sua sinistra. Il rischio era calcolato, doveva esserlo.

Capisco che per il governatore della Puglia trovarsi in un governo con Fini e Casini sia una prospettiva vista come il fumo negli occhi (lo è in realtà qualunque governo veda ancora protagonisti questi due), ma al momento il compito è di comunicare le proprie soluzioni agli elettori, giocare sulla serietà (e la fattibilità) del programma e non fare campagna sulle dichiarazioni degli altri o su ciò che sarà se.

A urne chiuse e risultati acquisiti Vendola e Bersani potranno scegliere la strada da intraprendere e se il governo dovrà nascere con l'appoggio di Monti, Sel dovrà esserci e far sentire la propria presenza, dovrà accettare la responsabilità di partecipare alla rinascita del Paese impedendo che vengano adottati provvedimenti che vadano in direzioni troppo diverse da quelle che sono nel programma. Dovrà lottare per concordare un progetto di governo condiviso in cui i diritti civili vengano finalmente definiti e le classi medie siano tutelate. 

Andare a rifugiarsi in una sterile opposizione significherebbe confermare le perplessità di quelli che in queste ore rilanciano il parallelo con l'Ulivo di Prodi. Se all'epoca qualcuno fosse stato lungimirante forse oggi non saremmo in questa situazione.