Le sigarette elettroniche, entrate prepotentemente nella vita degli italiani, sono classificabili in due gruppi: quelle che contengono nicotina e quelle che liberano solo sapori e odori.
E' ovvio che le seconde sono meno pericolose delle prime e che ambedue, almeno in linea teorica, risultano meno nocive delle sigarette, perché non contengono quei prodotti cancerogeni scaturiti dalla combustione del tabacco e della carta.
Tuttavia occorre sempre tener presente il principio della precauzione. E' necessario sapere che cosa si inala con le e-cig. Infatti, "assaporare" sostanze chimiche che hanno il sapore di fragola o menta per lunghi periodi, magari per anni, non è detto che sia una pratica innocua. Qualche controllo sulla tossicità e una chiara descrizione dei componenti e della loro eventuale trasformazione in altre sostanze, a causa del calore, sono il minimo che si deve richiedere per verificare la sicurezza del prodotto. Premesso tutto ciò, è allora altamente auspicabile che vi sia una forma di autorizzazione da parte dell'Agenzia italiana del farmaco, che controlla l'uso di prodotti analoghi come il cerotto alla nicotina.
Pprima che sia troppo tardi, accanto a questi riscontri va anche considerata la necessità di un'ampia informazione alla popolazione e di una serie di divieti. Analogamente a quanto disposto dal ministero della Sanità francese, si deve proibire l'uso della e-sigaretta nei locali pubblici per non infastidire chi non fuma, e ha il sacrosanto diritto a non inalare passivamente sostanze pericolose, anche se in quote limitate.
Secondo le indicazioni del Consiglio Superiore di Sanità, la e-sigaretta dev'essere proibita nelle scuole. per evitare che mediante la e-cig senza nicotina s'instauri una gestualità che stimoli poi l'uso della sigaretta classica, e che quelle con la nicotina favoriscano una tossicodipendenza da cui poi è difficile liberarsi. La proibizione, secondo il consiglio, va estesa anche alle donne in gravidanza o che allattano.