La ministra per l'Integrazione Cécile Kyenge ha illustrato oggi un piano triennale contro il razzismo realizzato assieme all'Unione Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e volto a inserire in modo importante i diritti e i doveri dei migranti all'interno del dibattito politico. Gli assi principali su cui intende svilupparsi il suddetto piano sono sei e riguardano lavoro, alloggio, istruzione, mass media, sport e sicurezza, delineando un percorso per promuovere l'integrazione e arginare la xenofobia e l'intolleranza.
"Xenofobia" significa appunto "paura del diverso" e per Cécile Kyenge questa paura si combatte con le armi della cultura, del dialogo e della correttezza.
Nel piano presentato si parla ad esempio di istruzione: i migranti devono avere la possibilità di imparare l'italiano già dai primi mesi della loro permanenza nel nostro paese. Colmare questo gap linguistico è infatti il primo passo per scoraggiare forme di isolamento e ghettizzazione, fornendo un prezioso strumento di accoglienza costruttiva e ricordando allo stesso tempo al migrante l'importanza di inserirsi in una società nuova.
Nel piano è affrontato anche il tema del lavoro, specialmente nell'ottica di arginare i numerosi episodi di caporalato e sfruttamento che spesso sfociano in condizioni di vita e lavoro disumane (basti pensare ai motivi degli scontri di Rosarno tra 2009 e 2010).
La ministra propone quindi misure repressive e sanzioni più aspre verso chi opera questo tipo di sfruttamento, ma al contempo anche un maggiore controllo dei flussi di manodopera.
Tra gli altri punti presentati nel piano ricoprono una certa importanza anche lo sport e la sicurezza. Il primo è da sempre visto come un ambito che favorisce solidarietà e integrazione, dove possono svilupparsi anche passioni e talenti individuali.
Viene quindi proposta la possibilità ai figli di immigrati ancora minorenni (e dunque attualmente non riconosciuti come italiani) di potersi tesserare nelle federazioni sportive, così da non castrare e frustrare abilità sportive e obiettivi personali.
Il punto della sicurezza, infine, si riferisce soprattutto ad un maggior controllo sull'uso del web e dei social network come strumenti di istigazione al razzismo, dato recentemente emerso molto spesso proprio in riferimento alla stessa Kyenge e agli insulti xenofobi a lei rivolti dalla rete.
Le persone a cui si rivolge il piano non sono soltanto gli stranieri arrivati in Italia, ma anche gli italiani di origine straniera e gli immigrati di seconda e terza generazione. L'attuazione del piano anti-razzismo di cui questi spunti costituiscono alcune linee guida dovrà avvenire di concerto con altri ministeri, associazioni ed enti locali, in un'ottica che si può definire globale e "di sistema".