Gli Stati Uniti provano a far ripartire i negoziati di pace fra israeliani e palestinesi. Obama dà l'arduo compito a John Kerry.

Ieri Nethanyahu ha fatto un passo in avanti verso la pacificazione concedendo la liberazione di 104 palestinesi accusati di terrorismo, che avverrà in 4 fasi, in cambio ha concesso all'ala più conservatrice del suo partito la sottoposizione a referendum ogni accordo di pace, il 55% degli israeliani è favorevole alla pace, il problema è il contenuto di essa. A Washington si ripartirà dagli accordi del 1967, ovvero due popoli in due stati, ecco una sintesi degli avvenimenti dalle origini del conflitto.

Quando tutto ebbe inizio, le popolazioni della zona erano a maggioranza araba, gli ebrei  sfuggiti alla persecuzione nazista che trovarono rifugio in Palestina, dove avevano acquistato delle terre, la fecero diventare a maggioranza ebraica, ma la popolazione araba non li accettò mai.

Gli arabi residenti da tempo non possedevano i terreni delle zone dove vivevano, ma le piante che coltivavano, e molti terreni usati, erano senza proprietario e venivano acquistati o affidati a coloni ebrei immigrati ignari della situazione. Per di più la terra doveva essere lavorata o data solo ad ebrei, togliendo l'unica fonte di sostentamento e lavoro degli arabi preesistenti.

Nel 1917 con la Dichiarazione di Balfour, si ha un primo riconoscimento agli ebrei emigrati dall'Europa, che causa non pochi attriti.

L'ONU affida la zona a Gran Bretagna e Francia. Nel 1929 i sionisti e poi gli arabi marciarono sul Muro del pianto di Gerusalemme luogo sacro ad entrambi questo fatto scatenò i  primi veri scontri tra le due fazioni.

La Gran Bretagna per anni fece politica di sostegno agli ebrei, ma quando le barbarie diventarono insopportabili, lasciò la zona, gli ebrei allora cercarono appoggio negli Stati Uniti.

Gli Israeliani, occuparono la Palestina e gli arabi si rifugiarono in campi profughi nei paesi limitrofi dove sopravvivevano grazie alle razioni alimentari ONU e una nuova fase del conflitto si sviluppa con una serie di guerre coi paesi limitrofi.

La prima con l'Egitto che nazionalizza la Compagnia del Canale di Suez. Francia, Gran Bretagna e Israele reagirono e gli Arabi  sconfitti e costretti alla ritirata.

Nel 1962 contrasti tra Egitto e Israele scatenarono la seconda guerra. Israele vincitore su Egitto, Siria e Giordania, fa scappare gli Arabi all'estero. L'ONU dispone il ritiro di Israele in cambio il riconoscimento dello Stato ebraica. Nasce allora l'OLP Organizzazione per la Liberazione della Palestina, poi guidata da Yasser Arafat.

Nel 1973 una terza guerra detta del Kippur. Egitto e Siria attaccano Israele, che perde il controllo del Canale di Suez. Intervengono i "caschi blu" ONU. Con l'incontro a Camp David, è pace fatta tra Israele ed Egitto, ma dura poco, il presidente egiziano viene ucciso dalla Jihad islamica egiziana. Israele tenta di distruggere l'OLP, invade il Libano fino a Beirut, e l'OLP si trasferisce in Tunisia.

Quattro anni importanti furono nella storia: l'87 quando nasce l'Intifada, e si forma una nuova spaccatura con i gruppi estremistici di matrice terroristica che non si riconoscevano nella più diplomatica dell'OLP, il '93 vertice di pace tra Israele e OLP, mediato da Bill Clinton. Israele si ritira dalla striscia di Gaza ma l'ambiguità degli accordi generò nuovi scontri. Il '95 Itzhak Rabin, viene ucciso da un estremista israeliano, e, il 2004 muore Arafat. Dopo tre anni un nuovo tentativo americano di pace.