L'Africa è una delle zone del pianeta con la più alta concentrazione di minerali: in particolare il Kivi, una regione orientale del Congo, è ricchissima di coltan, una sabbia nera leggermente radioattiva, da cui si estrae il tantalio, un metallo raro impiegato nell'industria della telefonia mobile (Smartphone, cellulari), nella realizzazione di hardware e persino in quella degli aerei. Questo materiale preziosissimo, è applicato nei settori succitati per migliorarne le performance energetiche.

Tuttavia, una grande opportunità di crescita economica, si è trasformata per il popolo congolese in una aberrante carneficina tra l'altro taciuta e volutamente nascosta al mondo: l'estrazione di coltan infatti, non essendo regolamentata da una normativa locale ed internazionale è finita da anni nelle mani dei cosiddetti Lords of war "signori della guerra" i quali hanno adottato  per gli uomini, le donne e i bambini, impiegati in questa attività, condizioni di "lavoro" disumane che si rivelano spesso mortali.

Secondo le stime infatti, le guerre scoppiate per il coltan sono responsabili di circa 11 milioni di vittime. Tra queste, come appena accennato, moltissimi sono i bambini: schiavizzati e malnutriti, i piccoli congolesi non arrivano neanche all'adolescenza a causa delle devastanti malattie contratte oppure in seguito ai frequenti incidenti che avvengono durante le operazioni estrattive.

L'appello di chi non vuole stare a guardare. 

Jean-Léonard Touadi, congolese, giornalista, saggista, ex deputato e docente di Geografia dello Sviluppo in Africa da tempo si occupa di quanto sta accadendo in quella remota zona del mondo. In tutti questi anni si è fatto portavoce delle violenze vissute da diverse popolazioni africane vittime di guerre e stermini.

A tal riguardo, ha osservato come l'opinione pubblica internazionale ritenga erroneamente gli avvenimenti bellici del Continente Nero, "semplici" guerre tribali. In verità questi conflitti apparentemente geo-localizzati , hanno un respiro intercontinentale da quando l'Africa è diventata per la Comunità Internazionale un' inesauribile fonte di ricchezza dovuta agli imponenti giacimenti minerari (oro, diamanti, coltan) nonché di petrolio presenti sul suo territorio.

I "signori della guerra" quindi, non sono personaggi isolati, dittatori di un "feudo" disconnesso con il resto del mondo: questi soggetti al contrario, hanno rapporti diretti e personali con le grandi multinazionali le quali, incuranti delle ingenti perdite umane, concludono con loro i migliori affari acquistando a costi ridottissimi le materie prime necessarie per la realizzazione di tanti oggetti di uso comune (smartphone, cellulari, computer). Il tutto, commenta tristemente Touadi, risulta ancora più cupo perché avvolto da un agghiacciante velo di silenzio "calato" sulla vicenda dai media mondiali.