A Birmingham sono stati condannati i carnefici del bambino trovato morto, ucciso dalla matrigna e dal patrigno dopo un periodo di vessazioni, violenze fisiche e malnutrizione che ha portato il piccolo alla stessa condizione fisica di un bambino del Terzo Mondo. Dalle intercettazioni controllate dagli investigatori risultava che il bimbo venisse chiuso in camera dopo avergli dato del sale come punizione per non aver lasciato tranquilla la madre e i due conviventi quando stavano insieme, o uno dei due era in casa da solo e non voleva sentire i capricci, o anche solo i momenti di gioco ed ilarità del piccolo.
Dire che queste notizie sono scioccanti è poco, ma non è finita: i due picchiavano il bimbo che aveva una ventina di ferite interne ed esterne; girano sui social foto e video del piccolo mentre si trovava in un corridoio di scuola, assurde immagini di apparente normalità mentre elargiva sorrisi nonostante tutto quello che stava passando, fino al tragico giorno.
Daniel Pelka, così si chiamava il bimbo di 4 anni morto di fame e di botte, ridotto come un prigioniero di un campo di concentramento dalla madre e dal patrigno, lui oggi non c'è più ma i due sono stati condannati all'ergastolo, amara consolazione.
Ma il fenomeno agghiacciante è ovunque: dopo il bimbo ucciso dal padre con un calcio, il bimbo lanciato nel Tevere dal padre per una vendetta contro la madre, il caso della bimba uccisa a botte da due donne lesbiche perché non diceva papà, altro fatto inquietante, tali e peggiori casi si moltiplicano.
Come si può arrivare a una simile cattiveria contro un esserino innocente?
I bambini vanno protetti e accuditi, invece l'individualismo estremo e oltre ogni limite di normalità scatena la mostruosità degli uomini con azioni che sono impensabili e che non possono avere una degna punizione, come pure non si possono pretendere per questi casi progetti di reintegro e riabilitativi.
Sono casi a dir poco da film dell'orrore, non trovano nessuna giustificazione: una madre che genera un figlio come fa ad arrivare a torturare il suo piccolo esserino, perché troppo vivace, che non lasciava e rubava spazio alla preziosa tranquillità della madre e del suo convivente?
Mentre con cattiveria inaudita a giovani mamme viene tolto l'affidamento dei loro piccoli, che amano, per lotte tra genitori divisi, o per ritorsioni da parte di quello dei due che sentitosi ferito usa il figlio come mezzo di ricatto per la vendetta a torti che ritiene di avere subito, ci sono casi di violenze nascoste e private che terminano con questi terribili epiloghi.
Storie di follia che finiscono nei giornali, con tanti nuovi casi che li fanno diventare routine e non ci impressionano neanche più; ma come fa un bambino a non cercare una mamma e a non soffrire per il suo abbandono? E come si fa a fare tutto ciò a un esserino innocente fragile che vive delle tue attenzioni in attesa di baci e abbracci e di piccole tenerezze quotidiane?
La vita di un piccolo, se diventa un incubo simile, nei più fortunati dei casi lascia ferite profonde nell'anima che non possono essere colmate, quando invece finiscono come questi casi non ci si dà una ragione ad un mondo così crudele.