Se Berlusconi venisse condannato in Cassazione, che ne sarebbe del PdL? Questo si chiedono seguaci e nemici del partito fondato dal cavaliere, a pochi minuti dalla sentenza dei magistrati riuniti in Camera di consiglio.

Ad essere chiaro è sicuramente l'assetto più o meno compatto del partito a sostengo del premier, anche se la recente divisione tra "falchi" e "colombe" fa presupporre qualche problema di comunicazione. Già ieri Daniela Santanché ha dichiarato che nel pomeriggio i fedelissimi saranno presenti nei pressi della Corte di Cassazione per dare sostegno al premier, qualunque sarà l'esito del processo.

Una scelta, quella del sit-in, non condivisa da tutti gli esponenti del partito e contraria alla richiesta di moderazione fatta dallo stesso Berlusconi. L'ex ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, in collegamento con la diretta di Enrico Mentana su La7, ha dichiarato non prioritaria l'iniziativa.

A prescindere dalla presenza davanti alla corte, a cui si è detto contrario lo stesso Berlusconi, i problemi del PdL in caso di condanna sarebbero ben altri.  Brunetta ha dichiarato che in quel caso la strada delle elezioni sarebbe obbligata, mentre i democratici si dicono compatti nel chiedere al PdL senso di responsabilità nel caso in cui la condanna venisse confermata.

Se davvero Berlusconi venisse condannato, i deputati PdL potrebbero dimettersi o andare all'opposizione, mandando in crisi il Governo Letta?

Lupi dichiara alla Repubblica che la condanna sarebbe un "fatto gravissimo", opinione che può far pensare a intenzioni burrascose da parte del partito, anche se Berlusconi. la domanda che a questo punto in molti si pongono è: l'Italia può permettersi ora l'ennesima crisi di Governo?