Il procuratore capo della corte di appello di Milano all'apertura dell'anno giudiziario ha pubblicamente elogiato il corpo dei magistrati per la sobrietà e l'imparzialità dimostrata nell'esercizio delle funzioni proprie dei giudici italiani, coprendoli di altri numerosi riconoscimenti. Naturalmente non poteva dire diversamente dovendo difendere a tutti i costi una categoria cui egli stesso appartiene; forse se il riconoscimento fosse venuto da altre istituzioni o da altri  uomini illustri non avremmo potuto senz'altro parlare di parte interessata e avremmo avuto meno riserve su questi pubblici elogi.

Forse il procuratore capo di Milano non legge i giornali e non segue con assidua presenza le vicende politiche e professionali dei suoi colleghi, oppure vive altrove, o le ha volutamente ignorate altrimenti si sarebbe espresso in modo diverso o quantomeno non così generalizzato.Se si vuole ignorare tutto allora si può dire anche di più ma se si vuole essere obiettivi, e questa volta, imparziali, allora si tocca con evidenza una certa ed incontestabile contraddizione.

L'alto magistrato ha dimenticato o non ha tenuto conto di tutte le polemiche in cui i molti suoi colleghi   e gli stessi vertici dell'Anm si sono fatti trascinare ed hanno reagito con comportamenti del tutto opposti alla sobrietà ed imparzialità di questa categoria di funzionari dello Stato italiano, pagati da tutti i cittadini, e chiamati ad amministrare la giustizia nel nome del popolo italiano e pertanto senza fare politica, dimostrare di essere professionalmente ineccepibili, di non polemizzare con gli imputati, di non anticipare sentenze, di non partecipare a manifestazioni politiche, di non servirsi del proprio status per cercare consensi per poi candidarsi ad occupare ruoli rilevanti in partiti politici.

Il procuratore ha senz'altro dimenticato che molto spesso il Presidente della Repubblica ha dovuto richiamare la categoria dei magistrati ad essere più sobri e meno polemici in modo particolare nei processi in cui essi rivestivano la funzione di giudice o di pm. L'imparzialità non è una qualità che si acquisisce con la nomina a magistrato e non è un diritto che spetta per legge al giudice, essa va dimostrata con i fatti con i comportamenti e con la coerenza di essi elle funzioni espletate.

Personalmente non credo che dall'inizio dei processi di Mani Pulite e fino ad  oggi  i giudici siano sempre stati sobri e imparziali. Molti abusi sono stati perpetrati nelle procedure, indagini e nelle esternazioni dei magistrati durante quei processi. Sono ancora vive le immagini plateali e gli interventi fatti in presenza di telecamere e con la fanfara in testa, violando tutti i principi di riservatezza e di immagine.

Ebbene non credo proprio si possa parlare di sobrietà. Personalmente ritengo che la magistratura debba essere apolitica e fin quando essa è divisa in settori politici non vi possa essere mai imparzialità. Come può essere imparziale un magistrato di sinistra che giudica un imputato di destra e viceversa? Siamo proprio nel campo dell'utopia.

Negli ultimi tempi abbiamo poi assistito a vere e proprie violazioni del principio dell'imparzialità con magistrati che si scelgono la vittima, che la processano, che ne anticipano la sentenza, che scendono in polemica con l'imputato, che prima dell'inizio delle indagini danno in pasto alla stampa notizie sugli iscritti nel registro degli indagati e via dicendo.

Senza parlare poi dei magistrati che preparano la propria discesa in politica iniziando processi semplicemente indiziari di uomini politici di rilievo in modo da assicurarsi tutta la notorietà utile per un sicuro successo. In verità dobbiamo constatare con soddisfazione che non sempre questi espedienti sono stati premiali ma certamente non possono essere considerati comportamenti sobri. Neppure  si può parlare di sobrietà per questi magistrati che escono ed entrano dalla magistratura come si entra e si esce da un bar dopo una colazione. Neppure penso si possa parlare di sobrietà e professionalità quando si praticano forzature e si anticipano fatti processuali per addivenire a conclusioni di processi discriminando la figura dell'imputato a seconda che si tratti di un comune mortale o di una persona o politico di rilievo.

Non si puo non notare infine che negli ultimi tempi la magistratura ha assunto un ruolo preminentemente condizionante della vita politica italiana tanto da dare l'impressione di voler determinare gli equilibri politici del Paese indirizzandoli verso la parte politica piu preminente nel corpo giudiziario. In un simile contesto parlare di sobrietà e professionalità mi sembra voler mortìficare l'intelligenza degli italiani.