In Italia la pressione fiscale è salita al 44,3% nel 2013, nuovo record assoluto nella storia del nostro paese dopo quello già raggiunto nel corso del 2012 e gli studi di settore prevedono un aumento ben oltre il 44% anche nel 2014.



Il prelievo di imposte e contributi sociali o oneri sociali è aumentato di circa 1,6 miliardi di euro rispetto al 2012. Nel 2013 per ogni euro prodotto in Italia le imposte, tasse e contributi pagati sono cresciuti del 3,5%. La pressione fiscale è cresciuta, nel giro di un solo anno, dal 42,5% al 44%; già nel 2012 in Italia era tornata a crescere vertiginosamente inserendo il nostro stivale al quarto posto nella classifica degli Stati dove si pagano più tasse tra quelli dove è in circolazione la moneta unica, ovvero l'euro.





Se calcoliamo e aggiungiamo l'Iva e le eventuali addizionali Irpef, scopriremo che la pressione fiscale effettiva aumenterebbe fino ad arrivare alla cifra astronomica del 54%. Le tasse che si pagano in Italia sono superiori alla media europea del 3,8% e a quella dell'eurozona del 2,7%.



Il primo obiettivo dei governi di tutto il mondo è quello di ridurre il più possibile la pressione fiscale, l'Italia, come sempre, è in controtendenza infatti nel 2013 le ha aumentate di ulteriori 2,7 punti di Pil. Basterebbe prendere esempio dai tedeschi che hanno calato le tasse di 2 punti, gli americani di 3,3 e gli svedesi addirittura di 7,6 punti. Se confrontiamo la nostra pressione fiscale con quella degli altri paesi occidentali scopriremmo che la Danimarca con il 51,1% del Pil, la Francia con il 50,3%, il Belgio con il 49,3%, l'Austria con il 46,8% e la Svezia con il 46,7% hanno l'aliquota più alta della nostra (se non si calcola l'aumento dell'Iva e le eventuali addizionali Irpef che ci porterebbe al 54%), mentre tutte inferiori alla nostra la Norvegia con il 42,3%, 'Olanda con il 40,8%, il Regno Unito con il 40,4%, la Spagna con il 36.7%, l'Australia con il 34,8% e il Canada con il 31,9%.





I nostri politici continua a dirci che anche quest'anno il governo ha abbassato le tasse, ma guardando questi dati invece di riduzione delle tasse si dovrebbe più correttamente parlare di incremento delle tasse e di incremento del carico fiscale. Per cercare di riavviare la crescita del nostro paese in piena crisi, la soluzione è quella di tagliare la spesa pubblica e ridurre gli oneri fiscali all'industria e all'artigianato, tagliando il famoso cuneo fiscale e abbassando il costo del lavoro. La riduzione del carico fiscale deve essere la priorità di chi ci governa ovvero ridurre la pressione fiscale è l'esigenza fondamentale per tutti noi lavoratori di questo paese.