La Suprema Corte, nei giorni scorsi, ha rigettato il ricorso proposto dal Procuratore della Repubblica di Rimini Paolo Giovagnoli, contro le asoluzioni dei Giudici penali favorevoli a 150 lucciole prese nella rete dalla forze dell'ordine sui viali della riviera e denunciate per non aver ottemperato al foglio di via. In pratica, la Cassazione ha cancellato il foglio di via con la seguente motivazione: " le lucciole non sono pericolose ".
Certamente la Corte di Cassazione non tenuto conto dei tanti turisti italiani e stranieri che durante il periodo estivo arrivano in massa sul litorale riminese e, tante volte, durante la passeggiata serale, si trovano a percorrere delle vie con tante prostitute intente ad intrattenere e contattare i clienti fermi nelle loro auto per poi appostarsi in luoghi o vie aperte al pubblico e dove i passanti posssono vedere tale scempio.
Le forze dell'ordine, fino ad ora, su ordinanze emesse dai vari Sindaci della riviera, hanno fatto di tutto per far cessare questo scempio e per qualche tempo c'erano riusciti, applicando salate multe che arrivavano fino a mille euro per il conducente dell'auto che si fermava a contattare o veniva colto in fragrante.
Ora, questa sentenza ha reso le cose ancora più difficili, tanto che, i Sindaci non sanno più che pesci prendere e queste prestatrici d'opera, possono fare il bello e cattivo tempo, nonostante le salate multe ai clienti siano all'ordine del giorno. . Tale sentenza a mio avviso, dovrebbe essere di incentivo ai Sindaci dei Comuni interessati, ma soprattutto allo Stato che dovrebbe cogliere l'occasione di emanare una nuova legge per regolamentare tale fenomeno sempre più in espansione.
E' risaputo che in Italia esistono circa 400 mila prostitute, che una parte di esse opera sulle strade e una parte in appartamenti privati. Tassandole come succede in altri Stati europei come la Francia ad esempio, lo Stato potrebbe incassare dai dieci ai quindici miliardi, l'ammontare di una finanziaria. Inoltre, i controlli medici, farebbero diminuire tante malattie.