È inutile nascondere che quando vodafone rivela che in Italia nel 2013 ha ricevuto seicentoseimila richieste di accesso ai dati di traffico telefonico mentre in Francia solo tre (si tre!) qualcosa ci suggerisce che siamo di fronte a un qualche tipo di stortura. O l'Italia è un Paese con una criminalità migliaia di volte superiore alla Francia, oppure l'utilizzo dello strumento intercettivo è abusato. A naso ci viene subito da pensare che siamo di fronte a un abuso ormai consolidato nella prassi e nel tempo. E se pensiamo che stiamo parlando di un solo operatore mentre in Italia di operatori proprietari della rete mobile ce ne sono quattro (TIM, Vodafone, Wind e Tre) i numeri di accesso ai dati potrebbero essere dell'ordine di grandezza superiore al milione.

Chi usa molto il telefono cellulare dunque rischia di incappare facilmente in qualcuna delle operazioni di ascolto della magistratura attraverso le reti di telefonia mobile. Ma parliamoci chiaro, per chi non ha nulla da nascondere non si va molto più in là del fastidio di sapere che qualcuno ascolta le tue conversazioni. Quello che come cittadini invece ci deve indignare è il costo davvero spropositato di queste intercettazioni a go-go.

Abbiamo letto delle lamentele di molti magistrati per una carenza di fondi che limita fortemente le attività dei tribunali. Eppure quando richiedono un'intercettazione non badano a spese. Facciamo il caso di un'operazione che richiede che siano intercettati dieci numeri.

Ebbene il costo è calcolabile in questo modo. Per ognuno dei dieci numeri si pagherà come se ognuno di loro facesse una telefonata lunga tre mesi (è il limite, comunque rinnovabile) al massimo costo per minuto di quell'operatore. Avete letto bene. È un affare per le casse dei gestori, molto meno per le nostre tasche, visto che quei soldi li paga la comunità.

In sostanza i magistrati non si curano affatto di trattare con gli operatori i costi delle intercettazioni. Loro si limitano a richiederle e i gestori poi presentano dei conti salatissimi, sempre dell'ordine di milioni di euro. Questa è dunque la situazione: grave carenza di fondi che limitano perfino la disponibilità della carta per le fotocopie, ma spreco incommensurabile di risorse in un numero spropositato di intercettazioni, che potrebbero quanto meno essere coordinate da un'autorità unica per quanto riguarda i costi.

Invece non si fa, si preferisce pagare (e caro!) pur di non rischiare la proverbiale indipendenza della magistratura. Viene da chiedersi se in Francia i magistrati siano meno indipendenti o più bravi invece ad indagare con metodi molto meno costosi.