Cesare Prandelli e il suo progetto - Italia sono definitivamente affondati. Nel peggiore dei modi, il tecnico di Orzinuovi ha chiuso la sua storia con la Nazionale: un'eliminazione a dir poco scioccante, quella dell'Italia, con un gioco latitante, confusione negli schemi, scarsa condizione atletica e mentalità perdente. Eppure Prandelli, all'esordio ufficiale nei campionati europei di Polonia e Ucraina aveva sorpreso tutti con una squadra rinata dopo i disastri del Lippi - bis e una finale persa contro l'allora imbattibile Spagna.

Ma da quel momento, il commissario tecnico ha perso la bussola: prima la squadra aveva un gioco più propositivo e soprattutto l'allenatore dimostrava di avere le idee chiare sul progetto di rinnovamento, puntando su alcuni giocatori giovani, in fase di crescita, e su un gruppetto di senatori in grado di aiutare a crescere le nuove leve. Ma col tempo, Prandelli si è perso: ai Mondiali brasiliani ha avuto "paura" di schierare una formazione maggiormente offensiva: ha provato ad arroccarsi in difesa, dimenticando che là dietro l'Italia non ha più gente come Baresi, Maldini, Costacurta, Cannavaro o Nesta, ma si arrangia con la mediocrità dei difensori della Juventus.

Ha convocato un numero alto di giocatori offensivi, di esterni veloci e di trequartisti, ma li ha tenuti in panchina, puntando prima su un 4-5-1 senza senso, lasciando Balotelli a combattere da solo contro le difese avversarie, poi nell'ultima con l'Uruguay è passato a un 3-5-2 ultradifensivo che non ha nemmeno proposto delle ripartenze.

E allora, arbitraggio scandaloso a parte, Cesare Prandelli ha fatto bene a dimettersi: non ha la mentalità e la sfacciataggine giuste per allenare una Nazionale blasonata quale l'Italia. E ora? Adesso impazzerà il toto-nomi per la successione, ma soprattutto non si dovrà perdere molto tempo, perché a settembre si riparte con le qualificazioni per i prossimi campionati europei. Al momento, ci sono quattro tecnici liberi che potrebbero essere presi in considerazione.

Roberto Mancini si è liberato dal Galatasaray e potrebbe portare una mentalità più "europea" in Nazionale, avendo allenato per molti anni all'estero e vincendo anche col Manchester City. Inoltre, il "Mancio" potrebbe risultare utile per recuperare mentalmente un Balotelli distrutto dal "non - gioco" di Prandelli. Massimiliano Allegri, dopo aver vinto col Milan, proponendo spesso e volentieri un gioco offensivo e dimostrando soprattutto di aver carattere per gestire uno spogliatoio importante, potrebbe essere un altro candidato alla panchina azzurra.

Queste sarebbero le soluzioni più "costose" ma anche più innovative per l'Italia. Difficile, ma non impossibile, un clamoroso ritorno di Giovanni Trapattoni: il buon vecchio Trap non fece benissimo in azzurro dal 2000 al 2004, però, nonostante i suoi 75 anni, ha ancora la voglia di vincere e l'entusiasmo di un giovane. Infine, attenzione ad Alberto Zaccheroni: eliminato anche lui dal Mondiale brasiliano col Giappone, lascerà la nazionale nipponica e potrebbe approdare, con ingaggio contenuto, sulla panchina dell'Italia. Molto dipenderà, ovviamente, anche dalle idee del prossimo presidente della Figc che andrà a sostituire il dimissionario Abete. Sarà pronto Demetrio Albertini al grande salto?