E dove sarà mai Corner Brook? E' la prima domanda che mi sono fatto scoprendo questa guida turistica originale, "disegnata" da bambini e pubblicata sulla piattaforma Map2app. Domanda legittima con il senno di poi, perché Corner Brook é una città di piccole dimensioni, circa ventimila abitanti, distesa sul lato nord ovest dell'Isola di Terranova e Labrador; detto altrimenti la propaggine più orientale del Canada; detto altrimenti una regione che finora avevo sentito nominare solo in relazione alle omonime razze canine o al naufragio del Titanic, avvenuto a "750 km a largo di Terranova".


Non sono un conoscitore di cani e dalle mie scarse conoscenze estrapolo una definizione di massima, verosimile anche se non dettagliata: sia i Labrador che i Terranova sono di taglia grande, talvolta buffi nell'aspetto, hanno un carattere docile e generoso, sono le razze più utilizzate nelle operazioni di soccorso.

Esiste una qualche correlazione tra questi tratti caratteriali e l'ambiente di provenienza? Qualsiasi sociologo sarebbe pronto a scommettere di si, ma qua é sufficiente, a farci da sfondo, una considerazione più generica: spesso e volentieri sono le popolazioni più esposte ai capricci della natura a sviluppare un senso di comunità e vicinanza che é al contempo l'unica fortificazione possibile di fronte alle intemperie meteorologiche.

Così, non stupisce che questo paesino del Canada sia l'epicentro non di un cataclisma, ma di una rivoluzione positiva: 70 bambini tra gli 8 e i 10 anni hanno creato una guida turistica della propria città utilizzando una piattaforma multimediale; hanno disegnato le icone della app, hanno scritto i testi, e ora sono i primi testimonial, di fronte al mondo, del luogo in cui sono nati e cresciuti.

Sarebbe stupido confrontare il candore di questi bambini all'infanzia negata in alcuni centri del nostro - nemmeno troppo profondo - Sud; il paragone acquista legittimità però se ci si sofferma sulla maestre di Corner Brook, il cui merito non é solo l'aver aiutato i bambini a creare un' app per Android; quel che più conta è che ci hanno fornito un esempio lampante di come si possa fare della buona pubblicità senza la paccottiglia retorica a cui siamo solitamente sottoposti.

"Terra da amare", "Mediterraneo da scoprire" o ancora peggio "Pensiero Mediterraneo" non sono spot, sono - specialmente nell'ultimo caso - la conferma degli stereotipi più triti sull'Italia. Anziché ammorbare il prossimo e mortificare la lingua, le maestre di Corner Brook hanno varato, inconsapevolmente, uno straordinario strumento di "marketing territoriale" che sfrutta le risorse più "strategiche" - i bambini - per promuovere valori pur senza decantare raggiri o furberie.


E tra l'altro, lo hanno fatto applicando una metodologia che più "montessoriana" non si può, nel senso che i bambini sono venuti direttamente in contatto "con gli strumenti del loro apprendimento e della loro crescita", senza alcuna intermediazione; e guardandoci intorno con oggettività, qualcuno avrebbe l'animo di negare che la crescita passa attraverso un tablet o in questo caso, una pratica e utile piattaforma multimediale per creare app?