Vorrei fare delle considerazioni su alcuni importanti cambiamenti avvenuti negli ultimi anni nel settore della sanità. In passato, il lavoro del medico veniva considerato nella sua unitarietà; oggi invece viene scisso in tanti piccoli pezzettini per ognuno dei quali il sanitario riceve un compenso e per ognuno dei quali deve compilare valanghe di moduli burocratici.

I burocrati dell Asl aggiungono instancabilmente nuovi pezzettini, forse per dimostrare che, anche loro, lavorano sodo senza domandarsi minimamente se quello che fanno è utile o no.

Organizzano riunioni, corsi, scrivono avvisi, creano nuovi compiti. I sindacati invece fanno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote per far pagare di più ogni singolo pezzettino di lavoro.

Intendiamoci bene, è giustissimo che il sindacato faccia guadagnare di più al medico, ma non suddividendo il lavoro all'infinito ed aggiungendo scartoffie a scartoffie, perchè così facendo si trasforma il lavoro in semplice burocrazia per dimostrare che si è lavorato. Andrà a finire che saremo pagati 1 euro per aprire la porta dell'ambulatorio, 1 euro per aprire il computer, 1 euro per sedersi alla scrivania e così via. Tante contrattazioni alla fine generano mostri.



L'interesse quindi si sposta dal risolvere i problemi degli utenti al dimostrare con documentazioni burocratiche che detti problemi sono stati risolti.

Il bello è che in passato tutto questo lavoro veniva ugualmente svolto con il buon senso. Per esempio, se il medico veniva in contatto con un paziente senza sostegno sociale, un paziente "fragile" di solito avvisava gli assistenti sociali o il prete o cercava dei parenti. In altre parole si risolveva il problema. Ora si riempiono carte e moduli.

Risultato: la gente non si accorge dei miglioramenti, l'asl lavora indefessamente a generare problemi e scartoffie, i sindacati lavorano a mettere i pali tra le ruote, tutto talvolta rischia di trasformarsi in una barzelletta e l'Italia dei manager schiatta.