La scelta di affrontare la questione della burocrazia che affligge cittadini ed imprese italiani non brilla certo per originalità.

Lamentiamo tutti una burocrazia "opprimente" ma poi la cronaca riporta casi di persone decedute da decenni e notizie di qualcuno che ha continuato ad incassarne la pensione dopo la morte (fonte Ansa del 3 maggio 2014 "Incassa pensione morta da 11 anni").

Strano ma vero, dobbiamo segnalare anche una burocrazia "latitante al momento del bisogno" perché sembrerebbe che alcun burocrate abbia pensato che, fin dal momento della morte della pensionata, qualcuno debba informarne l'I.N.P.S.

cosicché possa bloccare subito il pagamento della pensione ed evitare abusi.

Tanto più che il funerale non può essere celebrato se il Comune (Ufficiale dell'Anagrafe) non dà quell'autorizzazione preventiva che si chiama "nulla-osta per la sepoltura".

Niente nulla-osta del Comune, niente funerale. La salma non esce da casa.

Ma allora, ci chiediamo, gestendo già l'autorizzazione alla sepoltura, alla cremazione, per quale motivo il Comune non informa anche e subito l'I.N.P.S.? Una email sarebbe sufficiente.

Abbiamo poi la burocrazia irrispettosa ed insensibile che impone al medico che entra nella casa del defunto, quello che incrocia occhiaie segnate e lacrime, di compilare un modulo statistico, il modello D4 o anche "Scheda ISTAT di morte" reperibile sul sito dell'Istituto Nazionale di Statistica.

Così, il medico che bussa a casa per accertare l'effettiva morte, quel medico che firma il "Certificato necroscopico" che non lascia spazio ad alcuna speranza di vita, deve anche compilare la "Scheda ISTAT di morte". Ovviamente in triplice copia, una da consegnare all'Azienda Sanitaria Locale (A.S.L.), una da consegnare in Comune e la terza da conservare nel suo archivio.

Il medico deve compilarlo in stampatello, leggere le istruzioni sul retro e riportare dati anagrafici che sono già noti al Comune che autorizzerà la sepoltura (maschio, femmina, codice fiscale, data di morte, data di nascita, località di nascita, età compiuta, stato civile, grado di istruzione, eccetera).

Così, anche nel momento del dolore e del pianto incontenibile, ecco la burocrazia che si auto invita per chiedere ad uno dei parenti di smettere di piangere, di sedersi ad un tavolo con il medico necroforo per dettargli dati che il Comune conosce già.

Ovviamente un parente stretto perché gli altri non conoscono il codice fiscale del defunto.