Dopo anni di precariato nella Scuola in cui i docenti hanno sacrificato famiglia, tempo e denaro per andare a coprire supplenze distanti centinaia di chilometri, ancora una volta, questi docenti rimarranno nelle mani con un pugno di mosche. Il Governo disattende le promesse fatte nei mesi scorsi, basta ricordare che il Ministro Giannini ha esplicitamente dichiarato, senza nessun fraintendimento, l'assunzione di tutti i vincitori del concorso 2012 e non solo e che a questi si sarebbero aggiunti anche gli idonei. Perché adesso si parla di aliquote basse?
Come mai non si garantisce l'assunzione a chi ha vinto un concorso con molti sacrifici? Sono domande a cui non avremo risposte. Solo oggi, 4 agosto, è stato bocciato l'emendamento che doveva permettere ai 4000 docenti, quota 96, che avevano subito una svista notevole in seguito alla riforma Fornero, di andare in pensione. Questi pensionamenti avrebbero consentito, in futuro, possibili nuove assunzioni. I 15439 posti su area comune consentiranno a tutti i vincitori del concorso 2012 di essere assunti? Domani verranno pubblicate le ripartizioni dei posti a livello regionale e ci sarà veramente da ridere quando vedremo le aliquote destinate ai singoli ordini scolastici. Non tutti i posti liberi verranno assegnati al ruolo ma solo una percentuale che se dovessero confermare quella del 2013, ossia in media il 45%, i posti sarebbero veramente esigui.
A questo punto una domanda sorge spontanea: Il Governo crede veramente che l'istruzione debba essere il punto di partenza per la crescita di uno Stato? Lo dimostrerà domani! La sua credibilità potrebbe veramente vacillare se non consentisse a chi, con enormi sacrifici, ha dato anni di precariato e inoltre ha vinto concorsi dopo concorsi.
Speriamo che, il 5 agosto, il Governo possa ripartire in maniera equa, tra le Regioni, i posti per l'immissione in ruolo assegnando ai vari ordini un'aliquota degna di tale nome. Non è possibile che il numero degli alunni iscritti, in ogni Regione, cresca a dismisura e il numero dei docenti diminuisca notevolmente.