Renzi ha ragione. Matteo Renzi ha sempre ragione. Il premier la vede giusta. Di cosa lamentarsi? Meglio un piatto di lenticchie o pan bagnato nel brodo di lenticchie? Meglio una camicia, meglio se bianca, da 15 euro o uno straccio comprato di seconda mano al mercato delle pulci? Di cosa lamentarsi, esseri immondi ed assatanati di denaro? Bisogna cambiare le abitudini, bisogna cambiare verso. Non si può sempre elemosinare. Non si può sempre chiedere soldi. E' ora di finirla con questo continuo stillicidio. C'è chi soffre, c'è chi non ha un posto di lavoro, bisogna pensare a costoro.

Renzi ha ragione, bisogna essere altruisti. Bisogna che il contributo di solidarietà arrivi proprio da chi un posto di lavoro ce l'ha. Bisogna che i pensionati la smettano di chiedere l'aumento della pensione. La minima ce l'hanno già. Si può mangiare anche a giorni alterni, pensando a chi non arriva a fine mese. Matteo ha sempre ragione: la prossima legge decisamente rivoluzionaria dovrà essere la revisione del calendario.

Proposta rivoluzionaria: calendario da venti giorni

Non più un mese da trenta giorni, bensì da venti. Così tutti potranno arrivare a fine mese. Così si cambierà effettivamente verso. State sereni, abbiate fiducia. Il tempo è galantuomo, le riforme gli daranno ragione.

Il disavanzo dello Stato sarà ripianato con i nostri risparmi, non dai Nostri. Sì, perché siamo stati noi con le nostre assurde pretese di questi anni a dissestare le casse statali. Con i nostri stipendi di lavoratori, con le nostre pensioni. Siamo stati degli egoisti. Non abbiamo pensato in questi anni, alle future generazioni, ai nostri figli.

Dovevamo chiedere di meno, dovevamo mangiare di meno. Fa niente se non arrivavamo a fine mese. Adesso ci fasciamo la testa. Incoscienti ed irresponsabili. 

C'è anche chi soffre perché non sa come spendere!

Pensiamo poi anche a chi non sa come spendere. Poveracci. Loro sì che fanno fatica ad arrivare a fine mese tranquilli.

Hanno grandi preoccupazioni su come mandare i soldi nei paradisi fiscali. Su come rendere fruttuose le loro rendite. Preoccupazioni di non poco conto. E cosa dire poi dei nostri politicanti? Poveracci, pure loro non sanno più da che parte girarsi. Se meglio quella poltrona o quell'incarico. Quale renderà di più? Bisogna essere previdenti. Occorre pensare al futuro. L'esperienza dei lavoratori insegna. La pensione potrebbe essere toccata, per un contributo di solidarietà nei confronti di colleghi più sprovveduti. Anche costoro, conciati così male, hanno il diritto di scendere in piazza a manifestare il loro dissenso su mancati aumenti. Le forze dell'ordine sono chiamate a tutelarli nei confronti di un Governo impietoso ed irriguardoso dopo anni di duro lavoro . Il premier ha ragione. Basta con i piagnistei.