Mario Adinolfi è noto per le sue posizioni spesso opinabili su matrimoni anche fra persone omosessuali, fecondazione eteroga e tutti quei temi che, volente o nolente, la nostra società ha iniziato ad affrontare apertamente trovando un forte blocco etico o morale. E Adinolfi, ex politico ed ex giocatore di poker professionista, non poteva non approfittare di questo momento per sponsorizzare la sua figura da ex parlamentare del Pd che ormai non considera più nessuno.
"Voglio la mamma", libro che ora conta associazioni a sostegno, club e gruppi che hanno iniziato questa "campagna" insieme a Mario, è stato presentato a Torino ieri sera.
Sono stati esposti i temi al suo interno, fra cui: il contrasto al matrimonio omosessuale poiché, parole sue, "I gay in realtà non vogliono sposarsi, sarebbe solo una bandierina arcobaleno in più che sbandiererebbero le associazioni gay"; il contrasto alla fecondazione eterologa poiché è "una compravendita" e l'opposizione all'eutanasia, motivando con "ci si cura con gli abbracci, non con la soppressione". Tutte affermazioni accompagnate da dati spesso interpretati erroneamente (ricordiamolo: è un giornalista, non un biologo o un analista).
Queste parole non sono state indifferenti a ragazzo in sala, omosessuale, e che ha sentito un senso di malessere ed esclusione dalle parole di Mario Adinolfi, contestandolo: "Sto studiando psicologia sociale.
La prima lezione è: la costruzione della nostra realtà. Questo, esattamente questo, è quello su cui l'intero discorso di Adinolfi si basa: lui ha visto questo, questo è la realtà. Lui probabilmente ha conosciuto solo persone gay che non volevano sposarsi, quindi nessun gay lo vuole. L'eutanasia in Italia è proposta solo come libera scelta e per quanto riguarda le famiglie: nelle sue parole sua madre e suo padre vedo un oggettivismo spaventoso del volere un'etichetta addosso.
Di non bastarsi nel ruolo di genitore. In Italia ci sono 100.000 coppie in cui almeno uno dei due membri è omosessuale".
Adinolfi, pronto a controbattere col vocione fra le risatine della folla, ha strumentalizzato il dato del ragazzo, che era la parte meno importante, e tralasciato gran parte del suo intervento. Questo perché, probabilmente, si è reso conto di come il portatore d'odio sia lui, di come l'idolo della discriminazione verso gli omosessuali sia lui, di come l'intero Pianeta stia facendo un passo avanti e non dieci passi indietro come sua tesi sostiene.
Una persona che dice che l'essere umano merita dignità e rispetto non può giudicare intere categorie sociali in base a dei dati mal interpretati. Il ragazzo ha ricevuto diversi complimenti, spesso con aria di accondiscendenza perché "è ancora giovane", "capirà". Un uomo gli ha detto che a sentire il suo intervento si è sentito male. Forse il progresso e l'accettazione di tutti sono valori che infastidiscono i discriminatori.