Nel 2010 sono state emanate dal Ministero della Salute le norme riguardanti le Linee di indirizzo nazionale per le mense scolastiche. Sicuramente un servizio comodo, ma che ad un esame più accurato ha rilevato qualche pecca. Ovviamente accanto ai difetti ci sono sempre le eccellenze, è il caso della Toscana, ove l'Associazione Centro educazione del gusto ha ideato progetti per rendere il pasto a scuola un momento di formazione. Sono stati introdotti prodotti a filiera corta, come il pesce azzurro e per fare vincere ai bambini la ritrosia verso il pesce si è insegnato loro come pulirlo, coinvolgendoli nella preparazione del proprio pasto, cosa che si è rivelata un'idea vincente.

Certo soddisfare tutti è impossibile, anche perchè nel tipo di alimentazione di un fanciullo intervengono non solo i fattori di gusto personale, ma anche quelli socio-ambientali della famiglia di origine. In molte città vengono fatti assaggiare i menù preparati dalle mense a gruppi di genitori o ai membri della commissione mensa e poi vengono fatti compilare questionari sul gradimento, uno strumento oggettivo di analisi è indubbiamnete ciò che resta nel vassoio.

Sicurezza sempre garantita, i controlli sanitari sulle mense scolastiche sono serrati, perciò per quanto concerne la sicura edibilità di ciò che c'è nel vassoio non esistono problemi. In passato c'erano stati problemi a Milano e Torino, per la presenza in quantità minima di allergizzanti nei piatti preparati, ma tutto è stato risolto.

Ovviamente i menù hanno una cadenza stagionale e variano anche con l'età dell'utenza. Molte città, fra le quali Milano, Torino e Genova si orientano sulla scelta di ingredienti provenienti da filiera corta, possibilmente optando per una scelta biologica. Le mense sono inoltre tenute ad erogare pasti che tengano conto delle differenze etnico-religiose e sanitarie, ad esempio tutte le mense hanno il menù per i bimbi celiaci.

Sempre di più si cerca di trovare soluzioni ecosostenibili per le stoviglie, che nella maggior parte delle scuole sono monouso: Genova ha scelto prodotti riutilizzabili e lava le stoviglie con prodotti ecolabel. Milano utilizza piatti biodegradabili e Viareggio ha dotato i refettori di lavapiatti. Ci sono però città dove l'argomento mensa è pungente.

A Bologna per due volte nelle scuole i bambini hanno disertato le mense, cioè hanno scioperato, nonostante gli addetti al servizio offrano un quadro idilliaco della mensa. Gli scioperi miravano a far introdurre prodotti Igp e piatti riutilizzabili. Anche a Milano secondo le associazioni genitori si poteva fare di più visto l'imminenza dell'Expo 2015, almeno sul piano dell'educazione alimentare, ma sono ben consci che altre città vivono realtà più difficili.