L'Europa ha aperto gli occhi. E sono i ministri europei che hanno per primi lanciato un appello sulla sicurezza dei giornalisti, spesso e volentieri, minata nella misura in cui, attraverso la loro scrittura, cercano di portare a conoscenza dei lettori notizie di cronaca utili, ma, soprattutto, realistiche: dalla corruzione agli abusi di potere. Sono intervenute alcune associazioni, quali, "Article 19" o "the Association of european journalist" o "the European federation of journalists" o "Reporters without borders", le quali hanno predisposto, in ausilio al Consiglio d'Europa, una piattaforma europea attraverso la quale gli organismi internazionali e, soprattutto, in generale, l'opinione pubblica verranno portati a conoscenza di casi di minacce, di intimidazioni, di violazioni della privacy subite dai giornalisti e dai blogger.

La piattaforma pubblicata sul sito del Consiglio d'Europa, accessibile a tutti, è prevista come un sistema di allerta formulato su tre livelli, dal 1 livello, il più grave, al livello 3, il meno grave. In questo modo il Consiglio d'Europa potrà attivare i propri organi in difesa contro tutti gli attacchi, anche in forma di minaccia fisica, che mirano scientemente la segretezza delle fonti e che, comunque, sono intimidazioni politiche.

Un'apertura di collaborazione anche degli Stati interessati

Tutto questo chiede una forte collaborazione degli Stati interessati che devono interloquire come, d'altra parte, già stabilisce l'art. 10 della Convenzione sui diritti umani. Infatti, sono iniziate ad essere inserite nel sito web del Consiglio d'Europa segnalazioni che ad oggi sono arrivate almeno a 42 casi.

Molte di queste segnalazioni interessano Stati dove la libertà di stampa ha sempre avuto problemi e molte volte è stata censurata immotivatamente. Basta con le minacce e le violenze anche psichiche. È giunto il momento. Sono maturi i tempi per "urlare" contro chi intende continuare a colpire e a soffocare la libertà di stampa.

La sicurezza di chi usa per comunicare la penna deve essere rispettata. Se raccontare dei fatti o esprimere opinioni significa essere soggetti ad attacchi ingiustificati, quella libertà di stampa viene meno. I casi di violenza o di minaccia oggi segnalati nella piattaforma nella maggior parte riguardano la Russia, l'Ucraina e la Turchia; tuttavia, anche alcuni Stati Europei sono coinvolti.

È sufficiente ricordare che la Spagna ha approvato una legge che sanziona pesantemente i giornalisti se riprendono immagini delle forze dell'ordine senza autorizzazione oppure la Danimarca che ha sentenziato due giornalisti per aver esercitato il diritto di parola denunciando fatti di illegalità sulla sanità pubblica. Malgrado ciò ad oggi si può dire che con questa piattaforma l'opinione pubblica ha acquisito il diritto di conoscere fatti che altrimenti nessuno avrebbe saputo.