Ero solo un bimbo di otto anni e pur percependo la gioia e l'eccitazione di mamma e papà, non riuscivo a comprenderne appieno il vero motivo. Era il 13 Maggio del 1974 ed in Italia il referendum abrogativo sul divorzio non passa. Gli italiani- cattolici compresi- si dimostrano molto più evoluti e tolleranti della classe dirigente politica. Malgrado la sponsorizzazione della Democrazia Cristiana e della nomenklatura vaticana, i cittadini fecero una scelta di libertà civile degna di una società evoluta.

Non è stata cosa da poco, in un contesto teso e violento.

Come lo erano la metà degli anni Settanta, nella contrapposizione tra destra e sinistra extraparlamentare. Mentre il settimanale tedesco Der Spiegel, illustrava il Bel Paese con un piatto di spaghetti fumanti ed una P38. Ma io non lo capivo. Ero solo un ragazzetto, ed i miei genitori lo erano a prescindere da un pezzo di carta. Lo erano perchè mi amavano, mi guidavano e rimproveravano.

Eppure erano una coppia di fatto e solo anni addietro compresi quella felicità e le difficoltà di quella scelta. Provate ad immaginare un uomo ed una donna che, a metà degli anni Sessanta, generano un figlio al di fuori del contesto matrimoniale. Non solo, papà era già stato sposato -in giovane età- per pochi mesi.

Mamma, terza di sette fratelli, migrata a Milano, vittima dell'alluvione del Polesine e di una famiglia bigotta. Disprezzata proprio da chi avrebbe dovuto comprendere. Una madre rabbiosa che non accetterà mai la scelta della figlia , preoccupata solo per la sua onorabilità.

Anche in questo micro-cosmo famigliare ci sono le divisioni di quegli anni nel Paese.

Come il Nord schierato per il no all'abrogazione -tranne il cattolicissimo Veneto- fino alle Marche ed un Sud

compattamente anti divorzista, ad eccezione della Sicilia. Del resto nel codice penale, la barbarie del delitto d'onore, attenuante del femminicidio, sarà depennato solo sei anni dopo.

Ecco allora un padre premuroso ed amorevole, scomparso troppo presto, che adorerà il suo nipotino "abusivo".

Rammento ancora quei pomeriggi, in cui il nonno mi insegnava a fischiare.

Ora non posso che ringraziarvi cari genitori. Per avermi dato un esempio, senza inutili e controproducenti pipponi sulla libertà ed il diritto di scegliere. Grazie a voi e a tutti quelli come voi,

che non si sono nascosti. Ora siamo al divorzio breve ma sono passati più di quaranta anni e molti

ritengono che i diritti, piovono dal cielo.

Ora capisco perché per voi ero il figlio dell'amore.